A Trento è arrivato un angolo di mare

Bambini e bambine, oggi vorrei farvi vivere un’esperienza straordinaria. Vi porto in viaggio con me, tra i fondali del mare. Sì, proprio così: in quegli spazi un po’ paurosi e oscuri, frequentati da sirene e pirati, dove si possono rinvenire cose magiche, come le parole. Perché le parole sono dei segni davvero speciali: senza di loro, le cose non avrebbero una vita. Sono loro ad avere la straordinaria capacità di creare sostanza e forma al tempo stesso, perché sono capaci di plasmare la realtà: dopotutto, le cose esistono sono quando le diciamo, le scriviamo, le raccontiamo, non il contrario! Per questo oggi desidero intraprendere questo viaggio con voi alla scoperta del progetto di Nadia Tamanini ed Enrico Raffaelli ospitato a Spazio Virgolette, un luogo speciale che sicuramente avrete già avuto modo di scoprire nel quartiere di San Martino di Trento. «Ripescate – cartoline dal fondale» è un’istallazione dove poesia, stampa artigianale e tessitura si fondono tra loro: immagini e parole disperse su un fondale stanno riemergendo. Tra ago, filo e passamaneria ecco che s’inserisce la parola poetica in una microstoria che si sviluppa tra le pagine di un leporello (parola nuova da imparare, significa un libro o opuscolo che si apre a fisarmonica). Creare è aspirare, se necessario disfare, ma per ricomporre e andare avanti. Ripescare è recuperare: una dimensione lenta, un respiro che accompagni la pratica del fare per poter essere. Attraversare le maglie alla ricerca di nuovi e limpidi spiragli, per intessere una rete che non sia una trappola, comporre una trama condivisa. Per non inabissarci, non restare imbrogliati. Come un pesce non riesce a sopravvivere solitario e ricerca un compagno, o più per stare al mondo. Nadia ed Enrico hanno raccolto dal fondale delle cartoline poetiche illustrate e hanno trasformato questo materiale in un’installazione che dà l’opportunità di portare in luce dei reperti venuti a galla. Curioso vero? Se continuiamo il nostro viaggio scopriamo che l’arte tessile è uno strumento fondamentale di narrazione, tanto visiva quanto verbale. Attraverso il filo potete scrivere, illustrare, muovervi nello spazio. Il recupero di scarti, scampoli, vecchi tessuti o passamaneria diventa analogo al procedimento della stampa artigianale: un assemblaggio di materiali elementi e spessori che danno vita a impressioni, tracce, rilievi. Ed esattamente come l’ordito di una tela di lino grezzo, possono abbozzare un canovaccio, pronto a farsi narrazione. La macchia, il buco, lo strappo, il ritaglio, il positivo/negativo di ombra e di luce sono elementi comuni a entrambi e motivo della ricerca del progetto. In questo gioco di alternanza e sovraimpressione si materializza un’armonica corrispondenza. Il segno si fa disegno, la traccia filo conduttore. E così si può spaziare tra tecniche, simboli e significati, fino ad aprirsi alla terza dimensione: l’installazione site-specific vi permette di espandere questa combinazione di elementi. Un solo punto e una croce possono scrivere un intero componimento. Ma ora arriva la parte più interessante! Entrando a Spazio Virgolette vi accoglie un lino appeso, dove dal bianco sbuca il bordo orizzontale del mare. È questa linea blu ad accompagnarvi verso il libro d’artista, dipanato, che speculare lo richiama. Alle pareti rami raccolti, nodi macramè e reti marinare, in cui s’inseriscono o da cui pendono le cartoline illustrate, le parole scritte a macchina, spennellate o impresse da una penna biro. Qui potrete lasciare il vostro messaggio abboccato: un foglietto scritto o semplicemente un pezzo di filo allacciato agli altri. Le parole e nodi realizzati da voi irrobustiranno così la rete. Coraggio, ora è il vostro turno: immergetevi, lasciatevi trasportare e insieme navigate!