mercoledì 5 Febbraio, 2025
di Simone Casciano
«Il Comune e i suoi servizi sono allo stremo nel tentativo di dare risposta a un bisogno la cui competenza spetta alla Provincia», attacca l’assessore alle politiche sociali del Comune di Trento, Alberto Pedrotti. «Appena siamo stati informati del problema ci siamo attivati per risolverlo, perché il Comune non ce lo ha segnalato?», è la replica dell’assessore provinciale Mario Tonina. In mezzo una famiglia di richiedenti asilo composta da 5 persone, papà mamma e tre figli minori, che si trovava fino a lunedì senza un tetto sopra la propria testa. Un caso, portato alla luce dagli attivisti dello sportello Casa per tutti, che evidenza ancora una volta le carenze nel sistema dell’accoglienza provinciale, l’incidenza del problema casa e che ha portato al botta e risposta tra via Belenzani e piazza Dante.
Il caso
La goccia che ha fatto traboccare il proverbiale vaso è stata la vicenda della famiglia Daniel, composta da papà Daniel, di professione insegnante, mamma Aliya, infermiera, e dai loro figli di 14, 11 e 7 anni. Una famiglia pakistana e di religione cattolica, dettaglio non secondario, perché proprio per la loro fede erano stati perseguitati e per questo avevano deciso di lasciare il loro paese. Una fuga trasformatasi in una vera e propria odissea, lunga un mese e mezzo, che li ha portati infine in Italia, a Trento. Qui dopo un primo sostegno da parte del Prins (Pronto intervento sociale) durato 5 giorni rischiavano di restare senza un tetto sopra la testa. Dopo una richiesta infruttuosa ai servizi sociali del Comune di Trento gli attivisti hanno allora portato la famiglia in Provincia, dove sono stati accolti dall’assessore Tonina che ha promesso una soluzione. Promessa mantenuta visto che nella giornata di ieri Piazza Dante ha confermato che il nucleo sarà destinato a Cles, insieme ad un’altra famiglia di richiedenti asilo, mentre un terzo nucleo sarà mandato a Rovereto, a riprova che fuori da Trento gli spazi e le possibilità per un modello di accoglienza diffusa ci sono. «Siamo soddisfatti che sia stata trovata una soluzione e soprattutto che il nucleo famigliare non sarà frammentato – dice Chiara Aliberti dello sportello Casa per tutti – Rileviamo come rimanga problematico però che per dare risposta al bisogno delle famiglie si debba portarle letteralmente nell’atrio della Provincia, questa non può essere la prassi».
«Comune abbandonato»
Sul caso è voluto intervenire anche il Comune di Trento. «I servizi sociali del Comune sono allo stremo – osserva Pedrotti – Quotidianamente vengono contattati da famiglie con figli che chiedono un alloggio. I richiedenti protezione internazionale dovrebbero essere accolti nei percorsi ministeriali, ma ad oggi ci si entra solo dopo mesi e mesi di attesa. E le strutture di accoglienza della Provincia che nel frattempo dovrebbero dare una sistemazione sono tutte sature perché sottodimensionate rispetto alle esigenze. Noi purtroppo facciamo da front office a un sistema dell’accoglienza che non condividiamo, perché scarica tutti i problemi sulla città di Trento e, soprattutto, è del tutto fallimentare». Al problema dell’accoglienza si somma quello della casa. «Nel 2023 i servizi sociali del Comune hanno seguito la situazione di 33 nuclei familiari con bambini, di cui 21 richiedenti asilo. Nel 2024 le famiglie bisognose di alloggio sono salite a 51, di cui 25 nuclei richiedenti protezione internazionale. Nel 2025, in un solo mese, le famiglie sono già 6, di cui 3 richiedenti asilo» sono i numeri elencati da Pedrotti.
«Mancano sinergie»
«Appena sono stato informato del problema mi sono attivato per risolverlo. Cosa che è stata fatta in meno di 24 ore» replica l’assessore provinciale Mario Tonina. «Quello che mi chiedo è come mai non sia stato il Comune a informarci della situazione. C’è bisogno di maggiore collaborazione e sinergia tra i servizi».
i numeri
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Ogni donna per strada, dieci in appartamento. Con più violenze e vessazioni. Un mercato da 20 milioni che descrive L’AltraStrada Onlus, l’associazione che si occupa di incontrare settimanalmente queste donne