Il lutto

sabato 29 Marzo, 2025

Ad Albiano l’addio a Karen Demozzi a un mese dall’incidente. Il dolore dei familiari: «Quel giorno, per noi, il mondo si è fermato»

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Folla in chiesa per l'ultimo addi all'imprenditrice morta in Kenya. «Madre eccezionale, non ti dimenticheremo»

«Eri una grande zia». La bara cosparsa di gerbere bianche, gialle e arancioni, tulipani e un foglio disegnato con scritto grande «Ti voglio bene».

I familiari e gli amici più stretti a seguirla, con una gerbera con lo stesso fiocco arancione. Piange anche il cielo nel giorno dei funerali di Karen Demozzi, l’imprenditrice di 51 anni vittima di un tragico incidente stradale in Kenya, mentre si trovava in viaggio con la sua amica Renata Fortarel, rimasta ferita. È passato quasi un mese da quel 4 marzo: la salma, rientrata in Italia, è rimasta a lungo ferma a Milano per l’autopsia: la famiglia ha preteso la massima chiarezza sull’accaduto. Ma a piangere Karen, a quasi trenta giorni dall’accaduto non c’erano solo i familiari. La chiesa di San Biagio di Albiano, dove viveva, non è bastata a contenere la folla accorsa per salutarla un ultima volta. Si è stretta a lei e ai familiari un’intera comunità, hanno condiviso il dolore immenso. Un dolore tale che il pianto di mamma Carmen era straziante.

 

Le lacrime di papà Paolo riservate. Contenute ma piene di disperazione come quelle dei figli di Karen Demozzi, Gabriele e Giorgia. Non solo mamma e figlia, ma anche lavoratrice modello. Una persona che amava la vita. A descriverla così, lo zio in un sentito intervento che ha spinto la commozione nei presenti: «Principessa mia sarai sempre nel mio cuore».

 

E davanti alla folla ha ricordato quel terribile incidente: «Quel giorno, quando è arrivata la notizia il mondo si è fermato. Il mio cuore anche. Mi sono seduto e guardando il vuoto ho sentito la mano di Karen appoggiarsi sul mio ginocchio: una carezza mi ha confortato. Sei stata una madre stupenda e una figlia meravigliosa. Un’imprenditrice in gamba, sapeva fare bene il suo lavoro tanto da dare il massimo nella sua carriera professionale».