L'allarme

domenica 3 Settembre, 2023

Adamello, addio a 50 ettari di ghiacciaio in otto anni

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La denuncia degli ambientalisti: "Persa una superficie pari a 70 campi da calcio"

l ghiacciaio dell’Adamello, il più esteso d’Italia, ha perso 50 ettari dal 2015 ad oggi: «una superficie equivalente a 70 campi da calcio». In particolare il ghiacciaio del Mandrone, che fa parte del complesso glaciale, ha registrato un arretramento frontale di 330 metri, di cui 139 metri nel 2022. I dati sono stati resi noti alla conferenza stampa dell’ultima tappa italiana della Carovana dei Ghiacciai, organizzata alla sede della Sat (Società degli alpinisti tridentini), a Trento.

La Carovana dei ghiacciai
La carovana dei ghiacciai di Legambiente Alpi e Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi) è arrivata in Trentino per la sua quarta tappa, dedicata ai ghiacciai del Lares e del Mandrone. La carovana è una campagna realizzata dalle due associazioni per la salvaguardia dell’ambiente montano in collaborazione con il Comitato glaciologico italiano e si definisce «un viaggio attraverso la montagna di alta quota per raccontare l’inesorabile declino dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale». Il progetto mira a coltivare e stimolare la consapevolezza della necessità di combattere la crisi climatica tramite monitoraggi, mobilitazioni ed escursioni in quota, già realizzate sui ghiacciai del Rutor (in Val d’Aosta), del Belvedere (in Piemonte) e di Dosdè (in Lombardia).

La Carta di Budoia
La tappa trentina è iniziata mercoledì scorso con la presentazione a Strembo della Carta di Budoia, un documento che impegna all’impegno per l’adattamento e la lotta al cambiamento climatico nelle aree montane. La carovana è proseguita poi con i rappresentanti dell’ambientalismo trentino al ghiacciaio del Mandrone, il più grande ghiacciaio italiano per estensione, situato nel cuore del Parco naturale dell’Adamello-Brenta, «un gigante bianco che, come molti altri ghiacciai alpini, sta soffrendo gli effetti della crisi climatica arretrando di anno in anno».
Un elemento fondamentale di ogni tappa è costituito dal saluto al ghiacciaio, un momento di raccoglimento che lascia spazio alle parole degli studiosi e alle performance degli artisti. In questa tappa il saluto si è svolto due giorni fa nelle vicinanze del rifugio Mandrone Città di Trento e ha visto la partecipazione di Sergio Maggioni, sound artist di «un suono in estinzione», Michele Nardelli, saggista e co-autore di Inverno liquido, accompagnati dalle musiche di Franco Tessadri.
La terza giornata della tappa, quella di ieri, ha visto la carovana impegnata nella salita al ghiacciaio, fino alla sua fronte, per una seduta di inquadramento, che si è svolta con alcuni problemi determinati dalla recente frana generata dai temporali di domenica scorsa. «La fusione dei ghiacciai ha reso più fragile il terreno e più frequenti gli smottamenti, un fenomeno che tocchiamo con man sempre più spesso nelle nostre montagne — ha spiegato Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi Legambiente e presidente di Cipra Italia — L’aumento dell’instabilità naturale (instabilità glaciale, frane, colate detritiche) è ormai una delle evidenze più esplicite delle trasformazioni che stanno avvenendo in alta quota per effetto del riscaldamento globale e anche con questo la Carovana deve fare i conti».

Il monitoraggio
Durante la visita al ghiacciaio, il vicepresidente del Comitato glaciologico italiano, Marco Giardino, e Cristian Ferrari, della commissione glaciologica della Sat, hanno guidato una seduta di monitoraggio e osservazione delle morfologie glaciali. Infine, il rientro verso valle ha portato il gruppo all’inaugurazione del Centro studi Adamello «Julius Payer» (dedicato al primo salitore dell’Adamello).

«Servizi ecosistemici a rischio»
«Il monitoraggio dei ghiacciai alpini con Carovana dei Ghiacciai oltre che permetterci di documentare la riduzione delle masse glaciali — ha spiegato Giardino — ci consente anche di valutarne gli effetti sul territorio in termini di perdita di Servizi ecosistemici. La deglaciazione, infatti, condiziona il deflusso delle acque e il loro stoccaggio nei settori montuosi così come influisce sugli ecosistemi alpini nella loro globalità e sulla quantità e qualità delle risorse idriche che dalle montagne vengono utilizzate nelle zone di pianura. Già ora si osservano i primi effetti concreti sui Servizi ecosistemici collegati: acqua potabile, raccolti, irrigazione, servizi igienico-sanitari, energia idroelettrica e risorse idriche per attività turistiche estive e invernali». I rappresentanti di Legambiente Alpi sono stati chiari: «La transizione ecologica sarà reale solo se l’economia sarà capace di puntare su un’elevata qualità ecologica e sulla ricostituzione e valorizzazione delle risorse naturali». Ora la Carovana dei ghiacciai proseguirà il suo viaggio in Austria e in Svizzera per monitorare altri ghiacciai.