Il lutto
martedì 30 Gennaio, 2024
di Francesca Dalrì
Aveva da poco finito di scrivere il suo ultimo volume di poesie, dedicato anche questa volta all’acqua e al vento, temi ricorrenti nelle sue poesie, ma non ha fatto in tempo a pubblicarlo. Se n’è andata a 68 anni la poetessa Cristina Ferrari, nata e vissuta a Trento, ma originaria di Stenico, dove aveva una famiglia e una casa «dove si rifugiava spesso», come racconta il presidente dell’associazione culturale Antonio Rosmini di Trento Claudio Tugnoli, che ne aveva prima studiato e poi raccontato la poetica «tra tempo ed eternità». «L’avevo sentita proprio qualche giorno fa al telefono – racconta Tugnoli –, mi aveva chiamato per sapere cosa ne pensassi del suo ultimo lavoro, prossimo alla pubblicazione. Purtroppo non ho fatto in tempo a risponderle per iscritto come avrei voluto».
A Stenico Ferrari non aveva solo la sua famiglia (i fratelli Luciano con Giovanna, Claudio con Stella, i nipoti Emma con Francesco, Martina con Shelley, Martino, Giacomo, Alberto, Francesco, i piccoli Paolo e Luca), ma anche il cuore, amante com’era di quei luoghi e della natura. «Ogni volta che si recava a Stenico mi mandava le foto di quei luoghi – racconta Tugnoli –, amava i paesaggi idilliaci, aveva una passione per la natura e il Creato, che per lei era un mezzo proprio per contemplare il Creatore. Era una poetessa piena di una fede grande e molto coerente. Di lei mi piaceva il suo sguardo pulito sul mondo». «L’opera poetica di Cristina Ferrari – scriveva Tugnoli nel dicembre del 2019 – percorre il crinale che separa il tempo dall’eternità, la natura visibile dall’Oltre inattingibile, il divino il cui pensiero soltanto dà gioia vera e profonda. Il volto dell’amato nella memoria dell’autrice si confonde con il Volto del più che Amato, come se il primo fosse un barlume, una figura del secondo».
Nonostante una laurea in medicina e un primo lavoro come logopedista, alla fine Ferrari aveva scelto di lavorare come bibliotecaria al liceo Da Vinci di Trento, professione che aveva lasciato proprio l’anno scorso per andare in pensione. «Era felice di potersi finalmente dedicare in maniera più completa ad attività culturali e conferenze», prosegue Tugnoli. Nonché alle sue poesie. Purtroppo la vita non le ha concesso altro tempo. Una vita che lei ha vissuto pienamente fino alla fine, godendo della bellezza di ogni cosa vista come immagine di Dio. «Era una persona piena di sentimento – ricorda ancora il presidente dell’associazione Rosmini –, con una fede inossidabile che ha sempre rappresentato per lei la sua più grande consolazione». Una fede rivelata dalle sue poesie, le cui parole rieccheggiano oggi con ancora più forza e amore: «Nettare d’ape, / è l’amore / che sgorga / dal cuore, / per te, / per i tuoi occhi… / Ed in questo mare / trovo rifugio, / e quiete, / e torno, / silenziosamente, / al Padre».
L’ultimo saluto a Ferrari sarà domani proprio nella sua Stenico