Il lutto

domenica 8 Settembre, 2024

Addio a don Bortolotti, prete di Civezzano e “degli anarchici”

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Nel 2019 venne coinvolto, senza accuse, nel caso del «covo anarchico» di Bosco: era sua la casa affittata a una presunta cellula

Un fatto di cronaca risalente a qualche anno fa (e in cui lui non c’entrava nulla) ha fatto sì che fosse soprannominato, negli ultimi anni della sua vita, «il prete degli anarchici». Per i fedeli ci Civezzano e frazioni era, soprattutto, «il loro prete», e basta. È morto ieri don Renato Bortolotti: aveva 78 anni. Era nato a Trento nel 1946, da una famiglia di Bosco di Civezzano. Dopo aver frequentato il seminario, è stato ordinato sacerdote nel 1970, all’età di 24 anni. L’attività pastorale ha portato don Bortolotti prima in Vallagarina, a Noriglio, fino al 1972 e poi a Volano (fino al 1976), quindi in val di Non, a Rallo (dal ‘76 all’84) , quindi in val di Cembra a Sevignano e Piazzo (1984-1998), e poi nella sua Valsugana, a Serso e Viarago, per circa un decennio (1998-2007). Dopo quattro anni a Villa Lagarina (parrocchie di Castellano e Pedersano), nel 2012 si è ritirato a Bosco, dove celebrava aiutando il parroco don Angelo Gonzo. Nel 2019 il caso: i carabinieri del Ros fanno irruzione in un appartamento di Bosco e arrestano sette persone: è un’operazione antiterrorismo. I sette sono accusati di far parte di una cellula anarchica con legami internazionali (e collegati alla Fai-Fri che vede, come esponente illustre, Alfredo Cospito). L’appartamento è di don Bortolotti, che lo ha affittato al gruppo. La questione poi arriverà in tribunale: alcuni di loro saranno condannati per possesso di documenti falsi e per favoreggiamento (oltre per alcuni fatti commessi altrove, come nel caso degli scontri in una manifestazione avvenuta al Brennero). Le accuse iniziali, però erano ben più pesanti: si parlava della progettazione di un attentato. Bortolotti si disse molto sorpreso e parlò di loro come di «persone a modo, educate, che davano una mano» e disse si aver affittato la casa su segnalazione di un’agenzia. Venne chiamato come testimone della difesa anche in tribunale. Lì assicurò che la benzina e il cherosene (che si sospettava potessero essere utilizzati per realizzare ordigni) erano in realtà necessari per il riscaldamento e altre operazioni domestiche.