il lutto
sabato 19 Ottobre, 2024
di Giacomo Polli
Centinaia di persone hanno raggiunto nella giornata di ieri il cimitero al Grez per porgere l’ultimo saluto a Giovanni (Gianni) Cretti, uno dei sindacalisti più importanti della storia del Trentino venuto a mancare lo scorso 15 ottobre all’età di 78 anni. La moglie Giovanna assieme ai figli, ai parenti, ai tanti amici e a diverse figure politiche si sono riuniti per ricordare e omaggiare una delle figure simbolo della lotta per i diritti dei lavoratori trentini. Un fiume di persone che ha assistito alla cerimonia di benedizione accompagnata da una forte pioggia, aumentata sempre di più con il passare dei minuti, quasi a testimoniare la tristezza dei presenti, tutti visibilmente emozionati. Un pomeriggio di ricordo che si aggiunge a quello andato in scena il giorno prima a Rovereto, con la Cgil che ha organizzato un momento di commiato per celebrare ciò che Cretti ha rappresentato per la sua regione.
Nel corso della propria vita Cretti è stato protagonista di diverse e importanti azioni, dedicando le proprie energie nel tentativo di migliorare le condizioni lavorative degli operai. È stato delegato alla cartiera del Garda ed è entrato in Cgil del Trentino nei primi anni del 1970. Tre anni più tardi ha ricoperto il ruolo di segretario del territorio del Basso Sarca, mentre nel 1976 entra nella segreteria confederale. Verso la fine degli anni settanta, quando le fabbriche sono state colpite dalla crisi industriale, assume l’incarico di segretario della zona di Rovereto. Anni difficili in cui riesce a lasciare un segno attraverso la sottoscrizione del primo accordo sperimentale di mobilità per la Grundig e partecipando alla definizione della legge per il lavoro, grazie alla quale sono state ufficializzate le prime misure di sostegno a favore dei disoccupati nel 1983. Tra le altre innovazioni che lo hanno visto tra i protagonisti anche quella del Progettone, nato con l’obiettivo di valorizzare chi non aveva più un’occupazione, e della creazione dell’agenzia del lavoro nel 1986.
Un uomo che quindi ha lasciato il segno all’interno della propria comunità, come hanno testimoniato i tanti presenti alla cerimonia di benedizione nella giornata di ieri, e che ha contribuito a gettare le basi per i diritti e la dignità di migliaia e migliaia di lavoratori attraverso lunghe e dure battaglie. Un personaggio determinato, che non ha mai smesso di cercare di migliorare le cose.
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