Il lutto
martedì 21 Febbraio, 2023
di Leonardo Omezzolli
Quel suo faccione, solo all’apparenza burbero, non lo si vedrà più per le vie di Arco e dell’Alto Garda. Giuseppe Veronesi, per tutti «Bepi Paia» si è spento a 64 anni dopo aver combattuto contro una malattia emersa in forma aggressiva poco dopo essere andato in pensione. Un uomo di stazza che non passava inosservato e che tutti ad Arco e a Riva lo hanno visto almeno una volta a bordo della sua macchina spazzatrice con l’immancabile targa recante il suo soprannome: «Bepi Paia».
Sebbene dall’ottobre del 2021 fosse in pensione non aveva però smesso di tenere legami con il cantiere comunale di Arco per il quale aveva lavorato negli ultimi 30 anni della propria vita. «Per noi – ha raccontato Oscar Chistà vice capo del cantiere Comunale – oggi è una giornata molto triste, siamo tutti abbattuti. Era un personaggio, un uomo che appariva e voleva apparire burbero, con quel suo barbone e con quella sua stazza, ma che in realtà sapeva essere estremamente socievole e, soprattutto era un uomo sul quale si poteva contare. Lui – continua Chistè era presente anche eni momenti difficili, con la neve o durante le manifestazioni, in prima linea per fare il proprio mestiere. Ci teneva. Teneva anche a quella sua immagine ombrosa, ma era solo una maschera». Veronesi lascia il figlio Cris, con il quale negli ultimi anni aveva recuperato e rafforzato il loro rapporto. «È stato uno storico dipendente del nostro comune – ricorda il sindaco Alessandro Betta – Un vero personaggio che se pensava qualcosa te la diceva, un uomo diretto e concreto che dava una mano che sembrava serio, ma che sapeva scherzare e divertirsi». Uno delle goliardate più famose la fece al tempo dell’elezione a sindaco di Renato Veronesi. All’indomani dell’elezione, Veronesi (Bepi Paia) prese una fascia tricolore, la indossò e a cavallo di un trattore falcia erba John Deere si è messo a girare per il paese annunciando di essere stato eletto a primo cittadino. «Era un gigante buono e attorno alla Collegiata lo conoscevano tutti – ammette l’ex sindaco Renato Veronesi – È stata una persona iconica per Arco e sicuramente resterà indimenticata». «Credo – ha concluso Betta – che sicuramente ora guiderà la sua spazzatrice o qualsiasi altro mezzo in cielo».
Negli ultimi anni si era avvicinato al Gruppo costruttori e, soprattutto al mattatore Mario Matteotti. «Si era avvicinato a noi, ma non era mai entrato ufficialmente nel gruppo – confida Matteotti – Era però sempre a disposizione, ci aiutava e si prodigava a pulire tutto subito dopo ogni manifestazione, dalla Color Run, dopo il Carnevale, dopo ogni manifestazione lo trovavi sulla sua spazzatrice a pulire con velocità. Era rapido e preciso nel suo lavoro».
E sono decine le persone che lo hanno ricordato sul suo profilo social, lui che fin dai primi albori del boom di Facebook si era messo a fare «l’anomalo influencer», sempre presente, a suo modo, con i detti e i proverbi locali con le sue frasi lanciate nel web. Con la condivisione sincera e spontanea di quei momenti unici passati insieme alle tante persone che gli volevano bene. All’ombra del Castello se ne è andato un altro dei principali volti della quotidianità arcense. Quelle figure che di giorno in giorno arricchiscono un paese e che contribuiscono, con la loro presenza, con i loro inconfondibili modi di fare e di essere a chiamare casa quel posto in cui si abita.
I funerali si svolgeranno mercoledì 22 febbraio alle ore 14 nella chiesa Collegiata di Arco.
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