Cronaca
domenica 30 Marzo, 2025
Addio a Karen Demozzi, morta in un tragico incidente in vacanza in Kenya. “Eri una grande donna”
di Patrizia Rapposelli
Ad Albiano i funerali dell'imprenditrice ad un mese dalla fatalità

«Eri una grande zia». La bara cosparsa di gerbere bianche, gialle e arancioni, tulipani e un foglio disegnato con scritto grande «Ti voglio bene». I familiari e gli amici più stretti a seguirla, con una gerbera con lo stesso fiocco arancione. Piange anche il cielo nel giorno dei funerali di Karen Demozzi, l’imprenditrice di 51 anni vittima di un tragico incidente stradale in Kenya, mentre si trovava in viaggio con la sua amica Renata Fortarel, rimasta ferita. La chiesa di San Biagio non è bastata a contenere la folla accorsa per salutarla un ultima volta. Si è stretta a lei e ai familiari un’intera comunità, hanno condiviso il dolore immenso. Un dolore tale che il pianto di mamma Carmen era straziante. Le lacrime di papà Paolo riservate. Contenute, ma piene di disperazione come quelle dei figli di Karen Demozzi, Gabriele e Giorgia. Non solo mamma e figlia, ma anche lavoratrice modello. Una persona che amava la vita, buona nell’animo. A descriverla così, lo zio in un sentito intervento che ha spinto alla commozione i presenti: «Principessa mia sarai sempre nel mio cuore». E davanti alla folla ha ricordato quel terribile incidente: «Quando è arrivata la notizia della sua morte, il mondo si è fermato. Il mio cuore anche. Mi sono seduto e guardando il vuoto ho sentito la mano di Karen appoggiarsi sul mio ginocchio: una carezza mi ha confortato. Sei stata una madre stupenda e una figlia meravigliosa. Un’imprenditrice in gamba. Sapeva fare bene il suo lavoro tanto da dare il massimo nella carriera professionale». E ha disegnato il suo essere donna: «Quanto ci siamo divertiti. Prima arrivava il tuo sorriso e poi i tuoi occhi. Ho da sempre compreso la tua nobiltà d’animo. Donna forte e pungente: sapevi quello che dicevi e lo facevi sempre nel momento giusto e con le parole adatte. Cara principessa ti penso in un posto meraviglioso dove continuerai a proteggere i tuoi figli». Ha fatto eco il ricordo di un’amica giovanissima di Karen Demozzi, forse più di questo perché lei era solita chiamarla zia. «Zia Karen, non lo eri di sangue ma per scelta. Mi hai vista crescere e ci sei sempre stata, in tutte le tappe della mia giovane vita. La tua è una fine troppo pesante da sopportare: è crudele. Devo ancora rendermene conto. Ti aspetto ancora. Penso che arriverai da me da un momento all’altro. Invece, so che non accadrà: non mi accompagnerai più al lavoro, non scherzerai con me e non sarai più la mia confidente. Ma io ti porterò con me e ti aspetterò con le tue solite, orribili, scarpe da ginnastica rosse e il cappello buffo da pesca. Te eri così: una grande». E davanti a mamma Carmen e papà Paolo, ai figli Gabriele e Giorgia, don Angelo Gonzo ha cercato di infondere coraggio e speranza: «La preghiera si possa trasformare in condivisione e conforto. Giorgia e Gabriele lo so che il mondo vi è crollato addosso. Il vostro cammino si è oscurato. Avete perso la vostra mamma, ma l’amore vi farà superare questa prova». La morte non è la fine. «Sappiate che abbiamo mete più grandi che vanno oltre la morte: questa vita è solo un passaggio e la vostra mamma ci sarà sempre». In chiesa su un tavolino c’era una scatolina con tanti foglietti in ricordo di Karen Demozzi con impressa una sua foto sorridente al mare e un messaggio forte quanto una carezza: «E ti sembrerà di non avermi accanto cercami nel soffio del vento, in un fiore, in una farfalla in un raggio di sole. nel sorriso di chi è felice o nella lacrima di chi soffre. Sarò ovunque tu mi cercherai»
il bando
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