Val di Fiemme
sabato 24 Agosto, 2024
di Samanta Deflorian
«El pecio del Cuco» non ce l’ha fatta. Il maestoso abete rosso di oltre 40 metri di altezza che da almeno 150 anni svettava in località Lastolina nel comune di Panchià si è schiantato a terra. Uno dei forti temporali di inizio agosto, accompagnato dalle ormai usuali raffiche di vento oltre i 100 chilometri orari, l’aveva piegato. Il suo stesso peso, stimato attorno ai 200 quintali, ha fatto il resto. Il «Pecio del Cuco» era uno degli alberi monumentali della Valle di Fiemme, uno dei quattordici fra i più maestosi e caratteristici del territorio, monumenti naturali, fusti di età e dimensioni eccezionali che raccontano storie plurisecolari. L’abete rosso di Panchià colpiva per le sue dimensioni enormi, i grossi rami e le fronde lunghe, un tronco dritto e regolare e la chioma ampia e folta, insomma, un albero in salute e nel pieno della crescita che non aveva subito alcun attacco dal coleottero responsabile della morte di tanti altri abeti attorno a lui, il bostrico. Il (doveroso) taglio delle piante nel bosco che lo circondava ha sicuramente contribuito a renderlo «scoperto», e ad esporre tutta la sua maestosità all’azione del vento. Anche il fondo sul quale sorgeva non ha aiutato: località Lastolina si chiama così perché caratterizzato dalla presenza di lastroni di roccia, un fondo dove le radici non hanno potuto penetrare in profondità.
L’età esatta dell’abete rosso si potrà stabilire solo quando verrà recuperato al momento dell’esbosco. Simbolo del paese di Panchià, noto a tutti i suoi abitanti, l’idea è quella di prelevarne una sezione e metterla in esposizione presso il comune di Panchià a ricordo di questo antico «custode» del paese, simbolo del forte legame degli abitanti di Fiemme con il bosco, bene collettivo e risorsa da sempre ritenuta essenziale per la vita e la sicurezza del territorio. Il resto del suo legname verrà lavorato e destinato al commercio.