Solidarietà

domenica 24 Settembre, 2023

Addio all’educatore Stefano Bertoldi morto a 59 anni. Guidava l’hospice Cima verde

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Stroncato da un male incurabile aveva speso la sua vita per gli altri sia dal punto di vista professionale che come volontario

Un uomo dalle mille risorse e dall’umanità infinita. Ecco come tutti quelli che lo hanno conosciuto ricordano Stefano Bertoldi, morto a 59 anni a causa di un male che lo affliggeva da tempo. Direttore dell’Hospice Cima Verde, fondatore di Ama, direttore del Villaggio del fanciullo sos, educatore, esponente di Futura, attivo da sempre nel volontariato, sorriso sempre largo e franco. Bertoldi era un uomo benvoluto e amato che ha sempre saputo spendersi per gli altri in molti modi. , Bertoldi è stato responsabile dal 1986 al 1990 del Villaggio del fanciullo Sos, sempre nel 1990 aveva guidato il Comitato italiano di reinserimento sociale, poi è socio fondatore e vice presidente della Coop Alpi di Trento. Dal 1991 al 2020 è stato educatore professionale nell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. In quegli anni ha fondato Ama-Auto mutuo di cui è stato uno dei motori e delle anime. Nel 2010 è entrato nella Fondazione Hospice Trentino Onlus e dal 2016 era direttore della Casa Hospice Cima Verde. Alle elezioni comunali del 2020 si era candidato con Futura nella vittoria del centrosinistra guidato da Franco Ianeselli. Era stato il più votato dopo Paolo Zanella, ma aveva rinunciato a far ingresso a palazzo Geremia per incompatibilità con la professione. Mattia Civico, responsabile del Punto d’Incontro ed ex consigliere provinciale del Pd lo ricorda con un post su Facebook: «Uno strappo davvero prematuro e ingiusto. Conservo con affetto i momenti condivisi, il lavoro fatto insieme alla Casa del Sole, con l’associazione Ama. Le chiacchiere fatte sulla collina verde lì vicino. Caro Stefano, le cose che facciamo hanno anche la tua impronta, perché hai davvero saputo trasmettere un modo di lavorare e stare insieme. Lasci un vuoto davvero pieno».
Laura Froner, presidente dell’Hospice Cima Verde lo ricorda così: «Poco più di un anno fa, sul ponte Lodovico, ormai da anni chiuso al traffico, la Fondazione Hospice Trentino organizzò una cena di gala, con tanto di chef stellato e musica dal vivo, per raccogliere fondi a sostegno di un progetto di rafforzamento delle attività di musicoterapia nell’ambito delle cure palliative. Fu un’iniziativa riuscitissima, non solo per la ragguardevole cifra raccolta, ma per il clima che vi si respirò. Il luogo suggestivo e inusuale contribuì a conferire a quella serata un alone fiabesco ma tutto il resto, l’organizzazione impeccabile, l’accoglienza calda e affettuosa, la conduzione garbata ma mai formale, furono opera di Stefano Bertoldi, il direttore di Casa Hospice Cima Verde. Non avremmo mai pensato di ritrovarci, a distanza di così poco tempo, a piangere la sua prematura scomparsa. In questo momento vogliamo condividere con i suoi cari il dolore per la separazione e la nostalgia che già ci prende, ripensando alle cose fatte insieme e alle mille occasioni di confronto avute. Fuori da ogni retorica di circostanza, pensiamo che il Trentino perde con Stefano un protagonista sensibile, intelligente, impegnato e capace delle vicende civili, sociali e politiche della nostra comunità. Tutta la sua vicenda personale, a partire dalla formazione fino ai ruoli professionali e di animazione sociale che ha ricoperto, è stata all’insegna dell’attenzione per le persone, per le relazioni umane da costruire al fine di sostenere ed aiutare le situazioni di fragilità, di difficoltà, di emarginazione. È stato un costruttore di solidarietà, non solo con le parole e la testimonianza personale, cosa già importante e preziosa, ma con la capacità di promuovere iniziative e di contribuire all’organizzazione di concreti servizi a disposizione di quanti vivono momenti di sofferenza e di crisi per le vicende incontrate nella vita. È questo un tratto importante e distintivo che va riconosciuto alla figura di Stefano: il carattere buono, accogliente, la capacità di ascolto e contemporaneamente la tensione all’operatività, alla realizzazione, per strutturare risposte non provvisorie o solo volontaristiche ai bisogni e alle necessità che incontrava. Basti pensare, ad esempio, al suo ruolo nella ideazione e fondazione del metodo e dell’associazione Auto Mutuo Aiuto. Nell’ultimo decennio il principale motivo di impegno per Stefano è stato quello di partecipare alla promozione, istituzione e infine gestione, con il ruolo di direttore, della Casa Hospice Cima Verde, tassello importante della rete delle Cure Palliative nella nostra provincia. Anche in questa avventura, potremmo dire di frontiera perché quello dei servizi di cure palliative è un terreno relativamente nuovo e ancora in fase di costruzione, Stefano è stato protagonista a tutto tondo».