Giustizia
domenica 30 Marzo, 2025
Affidato al papà ma il bambino di 2 anni portato senza consenso in Slovacchia. “Mio figlio rapito,18 mesi in un incubo”
di Benedetta Centin
L'uomo: "Voglio solo poter fare il padre, non riesco a pagarmi un'altra trasferta"

«Sono diciotto mesi che mia moglie ha rapito nostro figlio portandolo in Slovacchia. E da allora la mia vita è rovinata: non riesco a difendere il diritto del bimbo ad avere un padre, nonostante abbia dato fondo a tutti i miei risparmi e fatto debiti per far riconoscere e rispettare quel diritto dai tribunali, italiano e slovacco. L’anno scorso ho ottenuto l’affido esclusivo in via provvisoria e urgente dal giudice, e se anche dovesse diventare definitivo con una sentenza, troverà difficilmente esecuzione: ci saranno mille ostacoli per ottenere il rimpatrio del mio piccolo, come è già stato per altri padri con storie simili con cui rimango in contatto. Sono esasperato, logorato: è come sbattere all’infinito contro cuscini di gomma». Paolo (il nome è di fantasia), papà veneto di 37 anni che lavora da tempo in Trentino, non riesce a darsi pace. Genitore di un figlio conteso, fagocitato suo malgrado – assistito in Italia da due avvocati, un terzo all’estero – in un’articolata vicenda sul fronte giudiziario, dolorosissima, straziante, dal punto di vista umano.
Una dura battaglia, la sua…
«Voglio solo poter fare il padre, esserci per mio figlio, ora non so nemmeno con chi passi il tempo. La mamma ha stabilito in autonomia orari e giorni in cui posso videochiamare per parlarci, ma il più delle volte faccio da spettatore, non è possibile interagire con lui. Eppure, oltre che di una madre, lui ha bisogno anche di me, di suo padre. Ma finché rimarrà all’estero non potrà avere entrambi. L’ho abbracciato l’ultima volta a febbraio, ma ora non riesco a pagarmi una nuova trasferta. Non so più come andare avanti. Negare il rimpatrio, non attuarlo, è come autorizzare il rapimento».
Quando ha inizio l’incubo?
«A settembre 2023. Mia moglie, originaria della Slovacchia, dove ci siamo spostati nel 2020, ha svuotato gli armadi di casa a mia insaputa e se n’è tornata in patria con nostro figlio. L’ho scoperto solo una volta rincasato. È stato terribile».
Come ha reagito?
«Quando ho saputo che lei stava passando il confine con il bimbo ho chiamato la polizia piangendo, ma non l’hanno fermata, no. E lei non ci pensa proprio a tornare in Italia».
Quanto aveva vostro figlio?
«Mi è stato strappato quando aveva nove mesi. Ora ha poco più di due anni. Era la mia più grande gioia, vivevo per lui, per la famiglia. Mia moglie – perché sulla carta è ancora mia moglie per quanto abbia chiesto la separazione – lo ha portato con sé all’estero senza il mio consenso. Lo ha rapito. Un rapimento internazionale di minore riconosciuto come tale anche dal tribunale slovacco, mentre qui la Procura, a cui avevo denunciato i fatti, ha chiesto l’archiviazione del procedimento, e ho subito presentato opposizione che verrà discussa a fine anno».
Anche lei si è trovato sotto accusa, vero?
«Sì. Uno, due giorni prima di scappare via da casa con nostro figlio lei mi ha denunciato per maltrattamenti in famiglia. Procedimento, questo, che nel frattempo è stato archiviato: non aveva alcun fondamento. E dall’altra anche il tribunale slovacco ha riconosciuto che quella di mia moglie era una denuncia del tutto strumentale».
Lei aveva già ottenuto dal tribunale veneto l’affido esclusivo del minore, che però non è con lei.
«Mia moglie, tra le varie procedure attivate, ha presentato appello contro l’affido esclusivo stabilito dall’Italia e anche contro l’ordine di rimpatrio dei minori emesso dai giudici del suo Paese. Istanza, questa, che ne ha bloccato l’esecutività. Tornato il procedimento slovacco in primo grado, è seguito un nuovo pronunciamento che ha stabilito, in base alla convenzione dell’Aja, che mia moglie può anche non tornare in Italia visto il procedimento penale a suo carico per rapimento di minore che può comportare patimento per nostro figlio. Ma si tratta solo del rimpatrio del bambino, che i giudici hanno affidato al sottoscritto. Notizia di questi giorni è che l’autorità giudiziaria slovacca ha decretato che la competenza e la giurisdizione siano in capo all’Italia. E a questo punto il giudice veneto potrebbe anche procedere con un provvedimento definitivo di affido esclusivo al sottoscritto. Ma sono cosciente che eseguirlo sarà arduo».
Quindi che possibilità ha di riabbracciare il bimbo, di riuscire a fare il padre ?
«Io so solo che ho sempre agito in modo legale, sono anche in contatto con l’Ambasciata. Mia moglie ha potuto rapire nostro figlio senza ad oggi provvedimenti a suo carico. Se invece dovessi andare io a riprendermi il bambino in Slovacchia scatterebbe per me un mandato di cattura europeo che l’Italia eseguirebbe».