evasione

mercoledì 13 Novembre, 2024

Affittavano case ai professori in nero: 25 proprietari nei guai

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Giudicarie, l'inchiesta della Guardia di Finanza partita dagli annunci sui social

Quando si dice evasione fiscale, quando lo si dice in riferimento al settore immobiliare e – soprattutto – quando lo si dice nelle valli trentine dove il turismo ha un certo peso si pensa subito ad appartamenti vacanza e agli affitti brevi. Non è così nel caso emerso grazie alle indagini della guardia di finanza di Tione che nel centro delle Giudicarie (ma anche a Storo e a Pinzolo) dove gli affitti in nero venivano proposti tutti — sistematicamente — a insegnanti. Docenti che spesso arrivano da lontano (da altre parti del Trentino, ma ancora con più frequenza da fuori regione) per prendere una cattedra con supplenze che non vanno oltre l’anno e, ancora più spesso, si fermano a qualche mese. Territori che devono da sempre lottare per mantenere le scuole «in valle» in modo che ragazzi e ragazze del posto non siano costretti a sobbarcarsi lunghi trasferimenti e dove fare i pendolari in un liceo di Trento può arrivare a costare ogni giorno ore di viaggio. Zone che, per questo motivo, sono sempre alla ricerca di insegnanti. Ed ecco che compare il business facile: appartamenti affittati, ma senza contratti registrati e senza altre dichiarazioni al fisco.

Venticinque nei guai
Sono in tutto 25 le persone «pizzicate» dalle Fiamme Gialle: tutti loro non hanno mai dichiarato i redditi derivanti dalla locazione di immobili. L’operazione, durata oltre un anno, ha permesso di accertare un’evasione fiscale superiore a 330 mila euro. In media, ogni proprietario guadagnava attorno ai 15 mila euro l’anno: quasi un secondo lavoro. I finanzieri della tenenza di Tione hanno associato nomi e cognomi a tanto denaro evaso dopo un’attenta attività di monitoraggio economico del territorio, combinata con l’analisi di siti specializzati in affitti e di annunci online pubblicati da privati. Tutto era doverosamente pubblicizzato, ma non dichiarato al fisco.

Il ruolo dei social
Un canale ampiamente usato era quella dei social network. I gruppi locali di Facebook da anni pullulano di richieste di affitti («anche in nero», precisa qualcuno). Insomma, la domanda c’è ben evidente. Oltre ai «prof» gli appartamenti finivano anche ai lavoratori stagionali, in particolare ristoratori, baristi e impiegati di esercizi commerciali.
Cartelle in arrivo
I controlli sono partiti nel maggio del 2023 per poi concludersi nello scorso mese di ottobre. Ma i guadagni contestati vanno indietro di quattro anni, fino al 2019 o al 2018 perché a essere contestati, in caso di mancata registrazione, sono tutti e quattro gli anni di durata di un rapporto di locazione. Tutte le persone individuate non hanno un’attività imprenditoriale nel campo immobiliare: arrotondavano grazie a delle proprietà a loro disposizione. Riceveranno ben presto le cartelle esattoriali, ma non solo: la guardia di finanza, infatti, ha riscontrato altre irregolarità, come il mancato pagamento di imposte di registro e tasse di soggiorno per un totale di 3.406 euro, oltre a 2.060 euro di sanzioni per la mancata comunicazione della cessione di fabbricato.

Errore riconosciuto
L’indagine ha portato anche alla scoperta di due immobili che, dopo essere stati ristrutturati e suddivisi in due unità abitative indipendenti, non erano stati regolarmente accatastati e venivano sistematicamente affittati senza contratto. Per questi immobili è stata inoltrata una segnalazione all’ufficio del catasto competente, di Trento e di Riva del Garda. Si tratta di un illecito amministrativo e tanti dei 25 indagati avrebbero già controfirmato il verbale, ammettendo, così, le loro responsabilità. Un atteggiamento che consentirà di accedere a uno sconto nelle sanzioni. Ma le tasse le dovranno pagheranno tutte.