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venerdì 22 Novembre, 2024

Affitti brevi, arriva la stretta della Provincia: «Stop agli alloggi turistici negli edifici nuovi»

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Si sta valutando una clausola urbanistica. L’assessore Gottardi: «Spetterà ai Comuni decidere se applicare il vincolo»

Ti permetto di costruire, ma non sono ammessi alloggi turistici. In estrema sintesi è questa la misura allo studio della Provincia per mettere un freno al fenomeno degli affitti brevi. «Il vincolo potrà essere applicato solo sulle nuove costruzioni», spiega l’assessore all’urbanistica Mattia Gottardi.
Il fenomeno
Nelle zone turistiche – vedi l’Alto Garda, la Val di Fassa o anche la città di Trento – le locazioni brevi hanno provocato un doppio effetto: da un lato è diminuita la disponibilità di case per le famiglie e dall’altro sono aumentati i prezzi delle abitazioni. Nei primi nove mesi di quest’anno i ricavi degli alloggi turistici sono passati da 388 a 431 milioni di euro, con una crescita dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2023 (il T di ieri).
Da più parti – dai sindaci agli imprenditori, dai sindacati alle minoranze consiliari – è arrivata la richiesta di una maggiore regolamentazione del fenomeno. La giunta provinciale ha risposto all’appello annunciando una legge ad hoc entro il prossimo autunno. Una legge che intersecherà diversi assessorati: turismo, politiche per la casa e, appunto, urbanistica.
La misura provinciale
Ma su cosa si sta ragionando? Qual è la direzione? «Stiamo pensando di introdurre un vincolo alle nuove costruzioni — spiega Gottardi — L’idea è quella di dare la possibilità ai Comuni di stabilire una clausola che subordina la costruzione di una nuova palazzina al divieto di affitti brevi turistici. In sostanza le singole amministrazioni potranno decidere se una concessione edilizia sia compatibile o meno con gli alloggi turistici». Per il momento «è solo un’ipotesi», puntualizza l’assessore provinciale. «Stiamo facendo tutti gli approfondimenti — prosegue — per verificare se questo vincolo sia compatibile con l’ordinamento giuridico».
La clausola riguarda solo le nuove concessioni edilizie. «Non è così semplice introdurre un vincolo su una libera proprietà o su aree già programmate — dice l’assessore — Qualsiasi strumento deve rispettare l’inviolabilità della proprietà privata. All’estero, a Barcellona o in altre capitali europee, si può applicare un vincolo sulla libera proprietà perché l’ordinamento giuridico è diverso».
La mappa dei nuovi edifici
Nel 2023 – stando ai dati dell’Istituto provinciale di statistica (Ispat) – sono state autorizzate 704 nuove abitazioni in Trentino (il T del 19 novembre). In termini assoluti l’Alto Garda è il territorio in cui sono state ritirate più concessioni edilizie con 159 alloggi ammessi. Al secondo posto troviamo la Val d’Adige con 157 nuove abitazioni. Al terzo posto la Vallagarina con 114. La classifica cambia mettendo in relazione le nuove abitazioni con la popolazione residente: al vertice non c’è più l’Alto Garda, ma la Paganella con 5,8 nuovi alloggi ogni mille abitanti; a seguire la «Busa» con 3,1 abitazioni e poi la Val di Fassa con 2 abitazioni. In pratica le richieste fioccano nelle zone turistiche.
«Sarei prudente ad associare queste concessioni alle seconde case — considera Gottardi — La legge Gilmozzi non permette di edificare nuove case ad uso turistico, a meno che non siano state programmate ante-legge (prima del 2015, ndr) o non siano stati recuperati immobili in disuso».
Criteri più stringenti
La clausola urbanistica non è l’unica contromisura allo studio della Provincia. Si sta lavorando anche sul fronte della regolamentazione del «servizio». L’idea di base è quella di disincentivare gli affitti brevi fissando una serie di paletti che ricalchino la logica dei requisiti minimi delle case adibite a B&b. Queste strutture – strutture ricettive a tutti gli effetti, seppur saltuarie – devono avere un massimo di quattro camere da letto e per la somministrazione della colazione devono disporre di uno spazio idoneo.
«Il tema vero sarà quello dei controlli — conclude l’assessore all’urbanistica — Oggi non siamo attrezzati per verificare il rispetto delle norme».