Il reportage
domenica 13 Ottobre, 2024
di Simone Casciano
Se non è la gallina dalle uova d’oro poco ci manca, il mercato degli affitti turistici brevi è letteralmente esploso negli ultimi anni, facendo aumentare vertiginosamente i numeri delle case destinate a questa funzione e la rendita che ne deriva (vedi il «T» del 26 e del 30 luglio). A fornire un quadro della situazione è il «Festival delle case vacanze» organizzato da Holidu presso la Cantina Martinelli di Mezzocorona. Holidu è uno dei portali più importanti del settore e quella in terra trentina è la seconda convention in assoluto che hanno organizzato, la prima in Italia. Sul posto sono arrivati i professionisti del portale e i proprietari che se ne servono.
I dati
«Holidu è attiva in 24 regioni in Europa – dice il fondatore di Holidu Johannes Siebers, che ha fondato il portale, con sede a Monaco di Baviera, 10 anni fa assieme al fratello – E di queste 24 regioni il Trentino Alto Adige è la più grande per numero di host e giro di affari». A dare concretezza alle affermazioni di Siebers è la relazione di Paolo Murano, manager dell’azienda per tutto il Nord Italia. In Trentino le case vacanza gestite da Holidu sono 588, un dato da cui sono esclusi gli appartamenti dell’Alto Garda, che l’azienda conteggia insieme a quelli del resto del lago in un totale di 737. Si tratta di un mercato in continua espansione: anche in un 2024 segnato, a tratti, dal maltempo il fatturato delle case vacanze è cresciuto del 31% in Trentino e del 14% sul lago di Garda, con un soggiorno medio rispettivamente di 4,7 e 5,6 giorni. Sono prevalentemente le coppie a scegliere il Trentino (37% dei turisti) e il Garda (41%) e se il sabato è il giorno preferito per il check in, arrivi e partenze avvengono tutti i giorni. In un sondaggio eseguito dall’azienda è emerso che il 33% dei proprietari ha rilevato un incremento moderato dei ricavi, l’8% un incremento notevole. Interessante anche scoprire dove avvengono le prenotazioni dei turisti. Quando si parla di affitti turistici brevi si pensa subito a Airbnb che però, con il 26% delle prenotazioni tra Trentino, Garda e riviera veneta, è solo secondo dietro a Booking (47%) e davanti al portale di Holidu stesso (18%). Guardando al 2025 infine Holidu registra un incremento delle prenotazioni sul triveneto del 30%, insomma se si pensava che il mercato fosse già saturo, la realtà dice che i turisti aumenteranno ancora.
Il modello Holidu
Ma come funziona il sistema Holidu. «Quello che per noi è importante che si capisca è che noi non ci sostituiamo ai proprietari, non è un servizio chiavi in mano – spiega Murano – Holidu vuole essere il luogo dove proprietari e turisti si incontrano. In particolare per i proprietari il nostro obiettivo è semplificare il loro lavoro. Lo facciamo grazie al nostro software e alla tecnologia del nostro portale, con cui possono in pochi semplici passaggi mettere l’annuncio della loro casa su 28 portali. Li aiutiamo poi nella calendarizzazione, nelle prenotazioni e nello scegliere il prezzo, che rimane una decisione loro. Check in, check out e pulizie rimangono un loro compito così come il rapporto con il cliente. Perché vogliamo che rimanga quella relazione tra le parti». «Noi potenziamo e facilitiamo il lavoro dei proprietari, ma non ci sostituiamo a loro – aggiunge Siebers – L’esperienza passa attraverso di loro, noi siamo un supporto». E per questo servizio quali sono i margini di guadagno di Holidu? «Prendiamo il 6% sul prezzo impostato dall’host lato proprietario. Invece lato prenotazioni dei turisti la nostra commissione, sul portale di Holidu, è del 12%, significativamente più bassa di quelle dei nostri competitor. Ci teniamo a precisare che per i guadagni effettuati in Italia paghiamo le tasse nel paese, per noi è giusto e importante investire nei territori in cui lavoriamo».
«Vogliamo essere sostenibili»
I professionisti di Holidu non sono ignari delle critiche ricevute dal settore, in particolare per l’effetto che sta avendo sul mercato della casa e della residenzialità. «Capisco che sia importante trovare un equilibrio – riflette Siebers – Siamo a favore della regolamentazione, ma ci preoccupa anche. A volte risolve un problema creandone un altro. Vorremmo che l’approccio fosse bilanciato, per questo raccogliamo dati e stiliamo rapporti, così anche chi deve prendere decisioni lo può fare su una base di informazioni dettagliate. In tutte le regioni in cui ci sono regolamentazioni, come il Cin, aiutiamo i nostri host a ottenerli e non lavoriamo con chi non si mette in regola». Sull’effetto che sta avendo sulle città, Siebers ribalta la prospettiva. «Premetto che noi non operiamo nelle grandi città d’arte italiane, ma nelle località turistiche. Qui credo che il mercato delle case vacanze sia più sostenibile di altre forme, perché il nostro turista poi va a fare la spesa nei supermercati o si ferma a cena nei ristoranti. Su 100 euro spesi dal turista 80 vanno all’host, 6 a Holidu e il resto sul territorio».