Il traumatico evento

martedì 1 Agosto, 2023

Aggrediti dall’orsa, il racconto: «Temevamo di morire»

di

Il racconto del ragazzo attaccato dall’orsa: «Mi ha afferrato un piede e trascinato a terra»
Un orso e le ghette del giovane strappate

Il «tribunale del web» li ha già processati e – ovviamente – giudicati colpevoli. Di essere andati in un «posto non loro», ossia il bosco; di «aver disturbato l’orsa», altrimenti pacifica. Persino di aver praticato la caccia al di fuori del calendario venatorio, ossia di fare bracconaggio. Naturalmente, senza che fosse loro concessa la possibilità di difendersi, di dare la loro versioni dei fatti. Fino a prova contraria, l’orsa, a pochi metri di distanza, l’hanno vista loro. A temere per la loro vita sono stati loro, i due ragazzi di 27 e 28 anni che domenica mattina si erano recati nelle montagne sopra Roncone, direzione malga Avalina. I due «cacciatori», come sono stati sbrigativamente descritti, benché la caccia, in tutto questa faccenda, non c’entri assolutamente nulla. «Eravamo partiti da poco — è il resoconto di quanto accaduto del più giovane dei due. Stavamo camminando su un sentiero («il Mandrel», ndr): ci trovavamo a circa duecento metri dall’auto e stavamo chiacchierando tra di noi. All’improvviso abbiamo sentito un ruglio impetuoso e visto dritto davanti a noi un’orsa con il cucciolo». Difficile, in un momento del genere, scegliere cosa fare. Ma i due non sono sprovveduti, hanno sentito più volte le raccomandazioni su come comportarsi in questo caso. «Siamo rimasti impietriti, certo – prosegue il 27enne – abbiamo tentato di seguire le norme di comportamento che in questi giorni si possono leggere ovunque, ci siamo fatti piccoli e abbiamo tentato di indietreggiare con calma e cautela, quando abbiamo visto l’orso correre verso di noi è subentrato l’istinto e siamo scappati nell’unica direzione possibile. Da una parte c’era l’orsa, dall’altra mi sono trovato davanti il piccolo, che nel frattempo si era evidentemente avvicinato seguendo la madre. Sapevo che scappando in quella direzione sarei andato incontro a morte certa, l’unica cosa che c’era tra me e il cucciolo era un albero, istintivamente mi sono arrampicato urlando e facendo più rumore possibile nel vano tentativo di allontanare gli animali».
A quel punto l’animale punta l’altra persona: «L’orsa ha inizialmente inseguito il mio compagno di disavventura – dice il ragazzo di Roncone –. Non ho sentito più nulla, ero convinto fosse morto. Con il cuore in gola in un attimo mi sono trovato l’orsa sotto di me, che si arrampicava, mi ha afferrato per un piede e siamo caduti entrambi a terra, un volo di circa sei metri, mi ha scaraventato su un sasso e probabilmente la caduta ha fortunatamente rallentato anche lei. Non sentivo nulla, non capivo nulla, ho iniziato a correre il più veloce possibile verso l’unica voce umana che sentivo, fortunatamente la voce del mio amico, che era poco lontano e stava urlando nella speranza di far allontanare l’orso, siamo riusciti a rifugiarci in auto per un pelo. Poteva capitare a chiunque, in una mattinata estiva con il sole alto, durante una passeggiata».
Sul luogo dell’aggressione, i forestali hanno recuperate le ghette del ragazzo, strappare dagli artigli dell’orsa. I due ragazzi non vogliono commentare le obiezioni mosse dalle associazioni di animalisti: «Niente strumentalizzazioni».
Qualcuno, però, li ha già cercati al telefono, nonostante i loro nomi non siano mai stati diffusi, per insultarli. «È pazzesco quello che ci troviamo ad affrontare – spiega il sindaco di Sella Giudicarie, comune in cui ricade Roncone, Franco Bazzoni – prima abbiamo il problema dell’orso, poi ci vengono a fare i conti in tasca su come dovremmo comportarci. Hanno definito i miei concittadini cacciatori, ma potrebbero essere anche pescatori o tennisti. Che c’entra? Non avevano armi con loro, la forestale ha recuperato tutto quello che avevano abbandonato nella fuga. Erano andati a farsi un giro in montagna, perché la gente di qui fa così. Non c’è il mare e si va in montagna. L’orsa se la sono trovata in mezzo al sentiero, a pochi metri da dove hanno lasciato la macchina. In quella zona ci sono anche diverse baite sempre poco lontano. Altro che in mezzo al bosco, altro che comportamento sconsiderato. Conosciamo bene i nostri monti, sicuramente più di quanti si affrettano ora a dar giudizi».