il caso
domenica 9 Giugno, 2024
di Ottilia Morandelli
Colpo di scena nella aggressione della residenza Fersina: è stato scarcerato il presunto accoltellatore, non sarebbe lui il colpevole. Un nuovo tassello in una vicenda che ha fatto parecchio discutere questa settimana, che era già stato anticipato su questo giornale nell’edizione di venerdì.
La lite per un cappellino, una violenza fuori dai limiti per un motivo così futile, una accoltellata alla gola, sangue e paura. Quello che è successo mercoledì alla residenza Fersina di via al Desert ha creato molto scompiglio in città. Una storia dai mille risvolti, in cui spiccano le denunce di un sistema di accoglienza che non funziona più, o forse non ha mai funzionato.
Tutto è iniziato nella notte fra martedì e mercoledì quando due giovani marocchini, di 32 e 29 anni hanno litigato per una compravendita di un cappellino finita male. Dopo la fuga dell’aggressore, un ricovero in ospedale e un’operazione d’urgenza per il ventinovenne, che nella lite si era preso anche una accoltellata al collo. Gli sviluppi della vicenda sono stati confusi. Il giorno dopo l’aggressione il ferito se ne è andato dall’ospedale, contro il volere dei medici, per presentarsi alla residenza Fersina accompagnato da un gruppo di suoi connazionali per farsi giustizia da solo, contro quello che diceva essere il suo vero aggressore. Un regolamento di conti in piena regola, contro il colpevole del tentato omicidio che a detta del giovane marocchino era ancora fra le mura del centro di accoglienza.
Dunque il trentaduenne, detenuto in carcere con l’accusa di tentato omicidio, a detta della vittima della lite non era lui l’aggressore. La dinamica dei fatti dopo qualche giorno risulta essere un po’ più chiara. Il ferito lo sapeva, ma non voleva avvertire le forze dell’ordine.
Nei giorni scorsi era stato anche convalidato l’arresto del trentaduenne, che è però rimasto in carcere per meno di una settimana.
Ieri mattina è stato scarcerato, è caduta l’accusa di aver accoltellato il connazionale nella residenza Fersina. La notizia della decisione del giudice arriva dopo le indagini che avrebbero accertato che a ferire il ventinovenne non sarebbe stato in realtà lui, un testimone inoltre conferma la versione dell’uomo finito in prigione per tentato omicidio.
Scagionato quindi, ma non completamente estraneo ai fatti. Sarebbe stato infatti coinvolto in qualche modo nella lite, pare che stesse litigando animatamente con il ventinovenne, mentre poi un altro residente della Fersina lo avrebbe ferito.
L’aggredito nel frattempo è stato espulso. Viveva ormai da alcuni mesi nel centro di accoglienza di via al Desert senza regolare permesso. Era arrivato a piedi dalla Turchia dopo un viaggio dal Marocco per arrivare in Europa. Si era poi stabilito a Trento, alla Fersina, senza potervi però risiedere legalmente. Anche lui ha alcuni precedenti penali.
Dal canto suo il trentaduenne è un cittadino irregolare, con alla spalle un fermo per tentato omicidio. Era già stato in carcere 6 mesi per una rissa che risale all’agosto scorso, quando due fratelli marocchini erano stati aggrediti con dei bastoni e lasciati sanguinanti fra le vie di Gardolo. Si tratta di un recidivo, che per ben tre volte nei mesi scorsi non si è presentato al centro per richiedenti asilo di Verona. L’uomo ora è libero in attesa di sapere dalla commissione di Verona se verrà accolta la sua richiesta di asilo. Nel frattempo i carabinieri di Trento e la polizia sono sulle tracce di chi ha materialmente dato la coltellata, il vero responsabile del reato.
Ricerche
di Redazione
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