Il caso

mercoledì 23 Agosto, 2023

Aggressione in carcere: il sindacato della polizia chiede taser, kit anti-aggressione e guanti antitaglio

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Dopo l'episodio di Spini - una detenuta ha colpito una agente - si chiede di rinforzare gli strumenti a tutela del personale

Ancora un grave episodio di violenza gratuita contro due appartenenti alla Polizia penitenziaria in servizio alla Casa circondariale Spini di Gardolo a Trento. «Ieri mattina, verso le ore 9.30, all’interno della sezione Femminile dell’Istituto di Spini di Gardolo vi è stata l’ennesima aggressione ai danni di un Ispettore di Polizia Penitenziaria Femminile ad opera di una detenuta. Dopo aver collezionato una serie infinita di sanzioni disciplinari, ed avere nella giornata del precedente lunedì 21 agosto offeso e spintonato altra poliziotta all’interno dello stesso Reparto, la detenuta, in preda a deliri ed agitazione psicomotoria all’interno della propria cella, brandendo delle lamette in mano, con urla e strepiti che rendevano invivibile la giornata anche alle altre compagne di detenzione, minacciava di colpire e percuotere la propria compagna di cella e la poliziotta che il giorno prima aveva offeso e spintonato», spiega il Vice Segretario Regionale per il Trentino Alto Adige del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria David Stenghel.

«Dovendo riportare l’ordine all’interno della sezione Femminile –  aggiunge il sindacalista del SAPPE – l’Ispettore, dopo aver cercato invano, di portare la detenuta alla calma, provvedeva a spostare la stessa in altro Reparto per la sua ed altrui incolumità. La detenuta si avventava sulla stessa, opponendo resistenza attiva, facendo cadere l’Ispettore rovinosamente a terra. Con non poche difficoltà il Personale di Polizia riusciva a spostarla di cella e di sezione. L’Ispettore riportava numerose contusioni e graffi sul braccio sinistro, e dopo essere stata portata in Ospedale per le cure del caso, le veniva accertata la frattura del primo dito della mano sinistra, con prognosi di 20 giorni. Altra poliziotta intervenuta nelle operazioni di spostamento della detenuta, scivolando sul pavimento bagnato appositamente dalla stessa detenuta, riportava alcune contusioni, tra cui alla spalla destra, con prognosi di giorni 7. Il SAPPe esprime tutta la vicinanza alle due colleghe ferite, auspicandone una loro pronta guarigione».

«Non passa giorno che non si verificano aggressioni, incendi ed altri gravi eventi critici nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della Nazione e di quello che opera nelle carceri del Triveneto in particolare», sottolinea Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che esprime la solidarietà del primo Sindacato del Corpo al collega ferito ed a tutto il Reparto di Polizia Penitenziaria di Trento: «Siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze e situazioni di grande allarme, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno».

Impietosa la denuncia di Capece: «Così non si può andare avanti! Le colleghe ed i colleghi Trentino Alto Adige e di tutto il Triveneto, attraverso il SAPPE, tornano a sollecitare le istituzioni penitenziarie affinché adottino con urgenza provvedimenti concreti ed urgenti per fronteggiare la grave situazione che sta contraddistinguendo negativamente le strutture detentive regionali. Servono fatti! Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di avere, a propria tutela, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili, per altro promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui in periferia non c’è traccia alcuna».