la reazione
sabato 22 Febbraio, 2025
di Simone Casciano
La solidarietà alla vittima dell’aggressione, la ferma condanna verso i presunti autori e la matrice di estrema destra da cui provengono e la necessità «per le istituzioni su interrogarsi sul brodo culturale che genera questi fatti gravi e cosa si può fare per contrastarlo». Questa la posizione del sindaco di Trento, Franco Ianeselli, sulla grave aggressione transfobica successa nei giorni scorsi a Trento. «Innanzitutto voglio mandare la mia vicinanza a chi ha subito questa aggressione» dice il sindaco, dopo essere stato informato della vicenda e dei suoi contorni, di quei colpi e di quelle ferite che hanno lasciato 22 punti in totale sulla fronte e sulla nuca della vittima. «Si tratta di fatti inaccettabili ovunque, ma ancora di più in una città come Trento che ha fatto dell’inclusione uno dei suoi valori portanti».
Secondo il sindaco però, se il lato umano è quello della solidarietà, poi nel suo ruolo istituzionale è chiamato a fare un passo in più. «Noi come Comune, ma tutte le istituzioni in generale, dobbiamo riflettere su questi gravi fatti. La magistratura farà la sua azione e si occuperà delle persone accusate, noi invece sul brodo culturale che ha generato questi fatti, su come influisce su determinate persone e su come possiamo contrastarlo». Il sindaco guarda all’ultimo fatto anche in relazione ad altri episodi simili accaduti recentemente, solo negli ultimi mesi erano emerse un’aggressione omofoba a una coppia di ragazzi in Val di Non e il rogo di una bandiera di Arci-Gay a Trento. «Quello che mi colpisce e mi preoccupa è che mi sembra che, tra chi commette queste aggressioni, ci sia un raccontarsi che adesso si può fare, che, visto che il clima politico è cambiato, ora possono godere di una certa impunità. Noi come istituzioni dobbiamo essere molto fermi su questo. In un momento in cui ci sono persone, anche di spicco, che tornano a fare saluti romani, come vediamo in questi giorni, torniamo a ribadire che queste sono azioni e comportamenti inaccettabili e che sul rispetto delle persone non si transige».
Secondo le prime indiscrezioni i responsabili dell’aggressione sarebbero esponenti di estrema destra, ma anche del tifo ultras del Trento Calcio, non quello storico, ma di un nuovo gruppo denominato «Guardia nuova». Secondo il sindaco è importante scindere il tifo da quanto successo. « Qua non si tratta di stigmatizzare il tifo, ma di denunciare l’entrismo di estrema destra all’interno delle curve, un meccanismo tra l’altro noto e che si porta con sé il rischio che chi poi si avvicina al tifo si avvicini a queste pratiche e a questo pensiero».
Insomma tifo e neofascismo sono due cose ben diverse ed è quest’ultimo che nelle curve cerca una sua legittimazione. «La questione non è mettere in discussione il tifo, la cultura hoolingas o ultras, l’appartenenza e l’amore per la maglia sono sentimenti positivi, ma non possono e non devono diventare il luogo di iniziazione a pratiche e ideologie neofasciste e di appartenenza a gruppi di estrema destra che poi portano a questi gravi fatti. Di fronte a questo fenomeno, non può esserci indifferenza, ma un’azione forte di risposta». Un’azione di risposta che chiama in causa tutti: il Comune, le forze dell’ordine, ma anche il Trento Calcio.