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venerdì 3 Marzo, 2023

Al Muse tutti a scuola di paesaggi sonori

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Il progetto didattico del Museo delle scienze indaga il paesaggio ascoltandone i suoi suoni. Solitamente un paesaggio «si legge» con la vista: in questo caso viene privilegiato l’ambiente acustico

Vi siete mai fermati ad ascoltare? Provateci. È un esperimento che potete fare tutti i giorni e in qualsiasi luogo: mentre camminate, mentre leggete un libro, mentre svolgete i compiti per casa, quelli che vi hanno dato i vostri professori di lettere e o di matematica, di storia o di filosofia. Se non l’avete mai fatto, fermatevi un momento ad ascoltare.
Vi ritroverete immersi nei paesaggi sonori. «Io ho definito l’ambiente acustico “paesaggio sonoro” (soundscape), termine con il quale intendo l’insieme di tutti i suoni, ovunque ci si trovi […]. I paesaggi sonori del mondo sono incredibilmente vari, in diversi luoghi e in diverse culture, e cambiano con il passare dei giorni e il mutare delle stagioni». Negli anni Settanta e Ottanta si esprimeva così Murray Schafer, compositore, scrittore e ambientalista canadese che avviò questi studi lanciando, fra gli altri, il «World Soundscape Project».
Muovendo da queste considerazioni, il Muse di Trento si rivolge alla scuole con un progetto educativo focalizzato sui paesaggi sonori nel più ampio contesto dell’educazione al paesaggio per la didattica laboratoriale. Il progetto comincia in queste settimane ed entrerà nel vivo nei mesi di marzo, aprile e maggio.
Ci spiega tutto Maria Bertolini, mediatrice culturale del Muse, studiosa e divulgatrice con una lunga esperienza nel campo della didattica e della formazione docenti. «Insieme al mio collega del Muse Andrea Zignin, abbiamo avviato un progetto educativo sperimentale grazie alla collaborazione e disponibilità della dirigente dell’Istituto comprensivo di Trento 4 Othmar Winkler Patrizia Visconti e le docenti di discipline scientifiche, Irene Andreatta ed Elisabetta Grigolli. Il progetto coinvolge le due classi IB e IC e consiste in una serie di attività laboratoriali indoor e outdoor sul territorio cittadino, tra cui una soundwalk (passeggiata sonora) lunedì 6 marzo. Si partirà con le classi e con i docenti a piedi, dalla scuola, per percorrere un itinerario durante il quale sono previsti momenti di ascolto e registrazione dei suoni del paesaggio in vari luoghi della passeggiata. Ci seguiranno nel progetto e nella soundwalk Mario Pedron e Giacomo Gozzi di “Silenzi in Quota”, esperti di paesaggio sonoro e tecnici del suono, che rielaboreranno in studio il sonoro per dare significato e senso ai paesaggi che attraverseremo. Verranno inoltre realizzate delle riprese per fissare i passaggi più significativi dell’esperienza, con lo scopo di montare un video finale assieme agli studenti e ai docenti. I ragazzi utilizzeranno anche schede di monitoraggio (predisposte ad hoc) per raccogliere più informazioni possibili sui suoni percepiti. Con dati, informazioni e suggestioni raccolte dagli studenti, verrà realizzato in aprile un murales all’esterno della scuola. I costi previsti per questa produzione artistica saranno sostenuti dal bando “Stra.Bene” del Comune di Trento. A maggio, infine, è prevista da parte della scuola (alla presenza della dirigente, dei docenti e degli studenti) la presentazione dell’intero progetto e del murales ai referenti del Comune».
Alla base del progetto c’è lo studio del paesaggio inteso come «spazio di vita» e quindi come luogo dove natura e cultura dialogano attraverso la presenza delle opere dell’uomo. Da un punto di vista didattico, ci si muove nel solco dell’educazione civica e nel segno della multidisciplinarietà.
Le riflessioni sul paesaggio, infatti, sono ricche di «sconfinamenti», poiché chiamano in gioco competenze diverse, dalla storia alla geografia, dall’architettura all’urbanistica, dalla filosofia all’antropologia alla scienze naturali.
«L’aspetto innovativo di questo progetto – conclude Maria Bertolini – sta nel dare priorità alla percezione uditiva per approcciarsi al paesaggio attraverso i suoi suoni. Solitamente un paesaggio “si legge” attraverso la vista, lasciando in secondo piano gli altri organi di senso. In questo caso, portiamo i paesaggi sonori in primo piano riferendoci ad essi come veri e propri paesaggi culturali».