L'iniziativa

martedì 21 Novembre, 2023

Al Muse un’agorà sulla crisi climatica. Incontri, mostre e dibattiti tra attivismo e ricerca

di

L’obiettivo è dare più risalto all’attivismo mantenendo il rigore della scienza. Mostre, documentari, incontri e dibattiti: al piano interrato uno spazio permanente con allestimenti trimestrali a disposizione anche delle associazioni

Aprire uno spazio di incontro competente, una piazza interna, per discutere e confrontarsi sul futuro del clima, dell’ambiente, della scienza, della biodiversità e della società umana, di conseguenza. Questo è lo scopo dell’operazione del Museo delle scienze di Trento (Muse), denominata «Muse Agorà», dal nome greco antico della piazza, agorà appunto. Ieri pomeriggio lo spazio riallestito nel Piccolo vuoto (al pianto interrato), che diventa adesso l’agorà museale, è stato inaugurato con una conferenza pubblica dal titolo «La crisi climatica e le sfide urgenti». Si è parlato fra l’altro anche del ruolo della società civile in questa sfida. L’incontro è stato organizzato in collaborazione con l’associazione Viracao&Jangada e l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa).
È ricco il programma culturale che si svolgerà nelle prossime settimane, fino al 3 marzo del 2024, nello spazio dell’agorà, che finora aveva ospitato le mostre temporanee. Si parte con i giovedì sul clima (il 30 novembre alle 15), insieme alla Rete climatica trentina. Lo spazio vedrà il cambio di allestimento tematico ogni tre mesi. Potranno fruirne anche le associazioni impegnate sui temi del clima e della scienza, in accordo con lo staff del museo. Vi si organizzeranno proiezioni di film e documentari, presentazioni di libri, dibattiti. Dopo la crisi climatica e la Cop toccherà al focus sull’Antropocene (da marzo) e a un progetto sull’agricoltura sostenibile (da maggio). In questo momento si possono trovare materiali informativi dedicati alla prossima conferenza delle parti delle Nazioni unite sul cambiamento climatico (la Cop 28) che si svolgerà dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, riportando anche i principali risultati concreti delle precedenti edizioni delle varie Cop. «Questo spazio è una sorta di via di mezzo tra l’attivismo e la scienza – spiega David Tombolato, curatore del progetto dell’Agorà –. Da qualche tempo la comunità dei musei scientifici in Italia e in giro per il mondo si interroga su come dare maggiore rilievo all’attivismo, mantenendo ovviamente il rigore della scienza, che deve restare caratteristico di un museo istituzionale e pubblico». Lo ha richiamato anche il direttore del Muse, Michele Lanzinger, nel suo intervento ieri. Le immagini del potentissimo documentario «Home» di Yann Arthus Bertrand (del 2009, ma ancora attualissimo) scorrono sul maxischermo allestito in modo permanente su una parte dell’agorà. Il progetto divulgativo di «Home» era proprio un esempio di quanto si vorrebbe fare nell’agorà del Muse, portando il bellissimo film nelle scuole e fra le persone, per mostrare gli impatti della nostra specie sugli ecosistemi a fianco della bellezza della natura e alla sua potenza, offrendo alle persone un modo immaginifico di discutere su quanto sta accadendo.
L’attuale percorso espositivo temporaneo riporta una serie di infografiche che mostrano i concetti fondamentali del problema clima e ambiente, su scala globale e locale, con dati sulle emissioni di anidride carbonica, sull’aumento di temperatura (impressionante il dato per Trento città: un più 2,2 gradi centigradi dal 1950 ad oggi), e poi dati e grafiche sul ritiro dei ghiacciai ma anche sull’aumento della temperatura degli oceani.
Vi si trova anche un pannello che riporta uno dei nodi del possibile cambiamento e degli ostacoli per le soluzioni da attuare: intorno a quali domande critiche e non conoscenze il pubblico, le persone muovono il loro pensiero su cosa sia sensato, giusto, doveroso fare e scegliere? Tombolato aveva nei mesi scorsi intervistato personalmente su questo elemento 112 utenti-frequentatori del Muse, ricavandone quattro domande critiche sul problema clima e disastro ambientale, che sono ottimi spunti di lavoro e confronto e che sono ora riportate in un pannello. Una domanda emersa tra le più votate è un grande classico (usata anche in modo capzioso dai negazionisti climatici): «la comunità degli scienziati è concorde nel ritenere che la nostra specie sia responsabile del riscaldamento globale?». La risposta del Muse è: «La posizione delle Accademie delle scienze di 19 Paesi e di numerose organizzazioni scientifiche che studiano il clima è giunta alla conclusione che noi siamo i responsabili. Il 97% degli scienziati che attivamente si occupano di clima appoggiano questa posizione». Un’altra domanda interessante che emerge dal pubblico è: «Il cambiamento globale può essere opera del Sole?». La risposta del Muse è: «Il Sole ha sempre avuto una forte influenza sul clima terrestre. Tuttavia, negli ultimi 45 anni la nostra stella ha mostrato una tendenza al raffreddamento e non può quindi essere la causa dell’aumento delle temperature».