Cultura

venerdì 7 Luglio, 2023

Al Vittoriale Jovanotti «duetta» con Crocetti. «Il verso è tutto, sono fan di d’Annunzio come lo si è di una rockstar»

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Oltre 1.200 persone hanno affollato la platea e gli spalti di quello che Gabriele d’Annunzio amava chiamare «il Parlaggio»

Un mare di pubblico è affluito all’anfiteatro del Vittoriale, a Gardone Riviera, attratto e incuriosito dal connubio inedito tra l’editore Nicola Crocetti e il cantautore Lorenzo Jovanotti, sul palco insieme al presidente Giordano Bruno Guerri.
L’occasione era quella della XIV edizione del Premio del Vittoriale, assegnato a Crocetti, che con la sua casa editrice, in oltre quarant’anni, ha tradotto decine di migliaia di pagine di narrativa dal greco e 130.000 versi dei maggiori poeti greci contemporanei.
Nell’atmosfera rilassata di una luminosa serata estiva, oltre 1.200 persone hanno affollato la platea e gli spalti di quello che Gabriele d’Annunzio amava chiamare «il Parlaggio», nel 2020 completato in marmo rosso veronese, secondo il desiderio del Vate.

Una serata dedicata alla poesia, che prende spunto da Poesie da spiaggia, il libro a quattro mani scritto da Crocetti e Jovanotti (Crocetti, 2022) che ha venduto oltre 60.000 copie. «Un’idea geniale, perché ha diffuso la poesia attraverso un’antologia di testi, scelti in parte da Nicola e in parte da Lorenzo, poesie bellissime di autori di tutto il mondo e di tutte le epoche, compresa una di d’Annunzio» esordisce Guerri. Una raccolta di 115 poesie, da Kavafis a Hikmet, passando per Majakovskij, Rebora, Rilke, Poliziano, Salinas, Shakespeare, Levi, Pasolini, Apollinaire, Ko Un, Borges, Szymborska, Lorca, Teasadale, Pozzi, e tanti altri nomi, tutti da scoprire.

«Un amico del Vittoriale, mio e credo anche di voi presenti che siete qui numerosissimi»: con queste parole il presidente accoglie Jovanotti, che si dichiara «felice di essere qua, onoratissimo e molto privilegiato». «Non sono il protagonista della serata, ma «“il valletto”, perché sono qui a consegnare il Premio – scherza, mentre l’entusiasmo del pubblico cresce -. Ritengo sia una scelta giusta, in questo momento della storia della nostra cultura, quella di premiare il più importante editore di poesia che abbiamo. È un segno che mi commuove, da appassionato di poesia e da credente nel verso». Cita quindi la nota frase di d’Annunzio «il verso è tutto», «io sono un fan di d’Annunzio, come lo si è di una rockstar, di un grande personaggio, che però ha dentro anche la grandezza del verso» aggiunge ancora.

A guidare la scelta delle liriche contenute in Poesie da spiaggia è stato il titolo, con l’idea di raccogliere dei testi «che avessero a che fare con l’estate, la vacanza e il mare. Poi abbiamo violato un po’ questa scelta, includendone alcune non direttamente collegate a questi temi» specifica, raccontando di essere il promotore di quest’iniziativa.
«Immaginate un cantante pop che scrive una mail a Nicola Crocetti, pensando persino che lui ignorasse la mia esistenza, e anche quella della musica pop – riprende -. Invece, sapeva tutto, anche il mio nome di battesimo. Tutto per me è nato da un’immagine: “Pensa che bello vedere in spiaggia, sotto l’ombrellone, qualcuno che tiene in mano, invece del giallo dell’estate, un libro di poesie con la copertina Crocetti, austera, riconoscibile”. La poesia ha bisogno di passione, di vivere un inciampo come un’occasione, per cui quando incontri la poesia la tua vita si apre a nuove possibilità, alla meraviglia, soprattutto, e alla profondità» prosegue.

«A Nicola Crocetti perché ha scritto, tradotto, pubblicato, difeso, diffuso e soprattutto amato la poesia», è questa la motivazione del Premio, che Guerri definisce «semplicissima, densa e piena».
Citando i versi iniziali de La sera fiesolana: «Fresche le mie parole ne la sera/ ti sien come il fruscío che fan le foglie/ del gelso ne la man di chi le coglie» Crocetti afferma che «il suo rapporto con d’Annunzio è antico» e inizia negli anni del collegio, trascorsi a Settignano, il luogo in cui c’è la villa della Capponcina, «il “buen retiro” di d’Annunzio con una delle sue più celebri e più amate amanti, Eleonora Duse».
«Ma cos’è la poesia?» chiede a questo punto Guerri a Crocetti: «Un grande poeta dell’Ottocento diceva che “la poesia serve a rendere i nostri tempi meno miserabili”» afferma l’editore, citando poi «il capolavoro sottovalutato» di d’Annunzio La Pioggia nel pineto e l’indimenticabile film Il postino di Neruda, in particolare il momento in cui Massimo Troisi «ruba una poesia a Neruda per conquistare la Cucinotta. Dopo la reprimenda di Neruda, Troisi risponde: “Caro il mio poeta, la poesia non è di chi la fa, è di chi gli serve”».
Con questa leggerezza, tra racconti personali e continui richiami alla centralità della poesia – in particolare un emozionante ricordo del profondo ventennale legame di amicizia che legava Crocetti al grande poeta greco Ghiannis Ritsos – la serata giunge al termine con la consegna del Premio del Vittoriale: la riproduzione del cavallo blu di Mimmo Paladino.