cronaca

martedì 9 Maggio, 2023

Albere, crolla il muro rinascimentale: «Colpa delle piogge»

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L’accumulo di acqua alla base del cedimento. L’assessore Bisesti: «Ripristino rapido»

Uno smottamento del terreno tra il fossato e il palazzo delle Albere ha fatto crollare una parte del muro rinascimentale che si trova sotto al percorso ricoperto di ghiaia e protetto da parapetto, vicino al Biotopo, il laghetto delle biodiversità del Muse (Museo delle Scienze), nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 maggio. Notata la frana, il personale del Muse ha subito chiamato la Provincia. Arrivati al lavoro, i dipendenti del Muse hanno allertato la Provincia. Dopo poco tempo è stato organizzato un sopralluogo, al quale hanno partecipato l’assessore provinciale Mirko Bisesti, il dirigente generale dell’Unità di missione strategica per la tutela e la promozione dei beni e delle attività culturali della Provincia Franco Marzatico, Lavinia Del Longo e Gianluca Valle del Muse, Matteo d’Ignazio, Alessandro Gius e Andrea Valentini del Servizio opere civili di Apop, oltre a personale dei vigili del Fuoco. La causa che si ritiene più probabile è l’azione di erosione svolta da accumuli di acqua.
La situazione è monitorata e come primo intervento saranno posizionati dei teli a protezione della parte di muro crollata e di quella non interessata dal crollo, per evitare ulteriori fenomeni di erosione e smottamento. «Probabilmente, l’effetto dell’acqua e la scarsa permeabilità del terreno hanno fatto sì che la prima si convogliasse in una zona; quindi, considerato la poca tenuta generale di quel tipo di perimetrazione e la spinta dell’acqua hanno fatto rovesciare all’interno una ventina di metri del muro» ricostruisce Marzatico. «Evidentemente – prosegue il soprintendente – sia quest’acqua (quella che ha spinto il terreno prima dello smottamento ndr) sia il fatto che nel tempo bisogna considerare che quando il fossato si riempie lavora anche nel “richiamo delle sabbie” hanno provocato il crollo. Abbiamo infatti notato che nella parte interna del muro c’è un materiale molto fine, che probabilmente viene anche dilavato e quindi svuota la parte di drenaggio che potrebbe fare la parte retrostante del muro».
Lungo il muro sono presenti cavi e sottoservizi vari, realizzati sotto al sentiero. Lì, c’è anche un tubo del gas e, nei primi istanti i tecnici e le persone intervenute si sono preoccupati circa la pericolosità e l’attività di questo. «Era un tubo colmo di ghiaia, quindi inerte» rassicura il soprintendente. Durante il sopralluogo, i tecnici hanno notato anche che in quel punto erano presenti le radici di una pianta che è stata tagliata in passato e, sottolinea Marzatico: «Probabilmente anche quella (la radice della pianta ndr) deve aver fatto il suo effetto, perché una sorta di canaletta si è formata in direzione di questa pianta che con le radici deve avere smosso poi i conci. Si notavano delle canalette dovute allo scorrimento dell’acqua. Evidentemente, i beni culturali che sono fragilissimi, tanto più lo sono a fronte di fenomeni esasperati dai cambiamenti climatici». Le ipotesi d’intervento, che dovranno essere vagliate da un ingegnere strutturista, prevedono di bloccare per quanto possibile eventuali situazioni che possano danneggiare ulteriormente quel che resta del muro. Solitamente, come spiega il soprintendente, vengono posizionati protezioni in legno e teloni. Poi si agisce alleggerendo la parte a monte di tutto il muro. Infine, si valuta la realizzazione di un contro muro o il posizionamento del materiale di drenaggio. Le pietre, come aggiunge la direttrice dell’ufficio tecnico del museo, Lavinia Del Longo, presente anche lei durante il sopralluogo, verranno lavate e conservate fino alla ricostruzione successiva all’intervento di consolidamento. «Non ha caratteristiche di tessitura, di composizione, particolarmente elaborata il muro, con conci squadrati o ricercati – prosegue Marzatico – Le pezzature sono medio piccole, quindi la maggior parte verranno recuperate». Sui tempi di sistemazione, al momento, non ci sono certezze, è prematuro dire se per il giorno del decimo anniversario del Muse la zona sarà sistemata o meno. «Gli uffici provinciali sono già al lavoro, assieme a quelli del Muse, per la messa in sicurezza dell’area e per iniziare il prima possibile l’intervento di sistemazione e consolidamento del muro che vogliamo sia restituito quanto prima ad un luogo che è tra i più significativi del Trentino sotto il profilo culturale – commenta l’assessore provinciale Bisesti – Non è un lavoro che si fa in poco tempo, verrà garantita la sicurezza dell’area. Si lavorerà su tutto il perimetro del fossato sud, le tempistiche di ripristino sono di natura tecnica».