La sfida

domenica 7 Aprile, 2024

Alessandro Colombo è riuscito nell’impresa: ha scalato con le protesi 14 volte il monte di Mezzocorona, la stessa altezza dell’Everest

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L'iniziativa per sensibilizzare sulla sindrome dell'arto fantasma: l'atleta ha subito un'operazione, ma non è rimborsabile dal servizio sanitario nazionale.
Alessandro Colombo

Ce  l’ha fatta con largo anticipo: Alessandro Colombo, ex atleta paralimpico amputato alla gamba sinistra, è riuscito, questa mattina (domenica  7 aprile) alle 5.53 nella sua impresa che prevedeva di risalire il monte di Mezzocorona, senza mai fermarsi, per ben 14 volte, in moto tale da raggiungere una scalata equivalente all’altezza dell’Everest, 8.848 metri. Arrivando successivamente al traguardo, Colombo ha sfiorato i novemila metri, fermandosi a 8.960.

L’obiettivo di Colombo  è quello di diffondere un messaggio di speranza a tutte le persone che hanno subito amputazioni degli arti, ma anche far conoscere un tipo di intervento chirurgico poco noto a cui lui si è sottoposto e che interviene sulla sindrome del dolore da arto fantasma. Si tratta di un’operazione, nel suo caso eseguita in una clinica di Bressanone, che non è prevista tra i livelli essenziali di assistenza e che, di conseguenza, non è rimborsata dal servizio sanitario nazionale.
L’ultima salita  ha visto Alessandro accompagnato dalla compagna Anna. Forse il momento più complicato dell’impresa perché alla stanchezza fisica si è aggiunta qualche difficoltà funzionale all’arto sinistro, quello amputato. E poi con il sorgere del sole il cielo di è tinto di azzurro con sfumature rosa e l’energia è tornata. «Mi è venuto il groppo alla gola – commenta nel piazzale della Funivia ad impresa conclusa – e mi sono scese le lacrime. Di colpo ho visto scorrere davanti agli occhi tutti questi anni, gli sforzi fatti, le persone che hanno creduto in me. Spero di aver lanciato un sasso nello stagno e un messaggio significativo: la tua vita dipende dalle tue decisioni indipendentemente da cosa di accade».
Il professor Giulio Sergio Roi (Università di Bologna medicina dello Sport e dell’esercizio fisico), che segue Alessandro nell’impegnativa prova assieme allo staff del Cerism di Rovereto, non ha dovuto fare gli straordinari: i parametri fisiologici dell’atleta paralimpico sono rimasti perfettamente in linea con il programma tecnico stilato alla vigilia: lo sforzo nella salita si aggira attorno al 70-75% del suo potenziale mentre i battiti si aggirano attorno ai 145 al minuto dopo aver raggiunto i 155 nella prima salita.
Il via è avvenuto in una splendida giornata di sole dopo che negli ultimi giorni Alessandro ha svolto una serie di prove – allenamento effettuando varie ripetute di quattro – cinque salite, anche in condizioni meteo sfavorevoli, per testare da un lato le sue prestazioni atletiche e dall’altro di verificare il tracciato che dalla stazione a valle della Funivia di Mezzocorona porta alla stazione a Monte. «Paradossalmente è stata peggio – spiega Alessandro -: mi sono sempre allenato con 6-7 gradi di temperatura e trovarne di colpo 25 mi ha un po’ scombussolato i piani. Ma tutto è andato bene».
Nell’impresa è sostenuto da una equipe medica di prim’ordine e anche da Daniele Cappelletti attuale detentore dell’Everesting (la disciplina che consiste nello scalare oltre 8.000 metri) assoluto con il dislivello di 21,720 metri coperti sullo stesso tracciato Mezzocorona – monte di Mezzocorona il 19 e 20 ottobre 2020.
La prova è svolta sull’arco delle 24 ore, con conclusione ufficiale alle ore 11.00 di stamani, ed importante è stato collocare in questo arco di tempo anche dei momenti di recupero psicofisico. Un perfetto dosaggio delle forze, abbinato ad un perfetto piano di alimentazione, rappresenta infatti uno dei fattori basilari per gli atleti impegnati nella prova. Inoltre per Alessandro c’è stata ulteriore particolarità dell’assistenza e del controllo medico all’arto amputato e dotato di una protesi tecnologicamente avanzata. Tre per la verità le protesi utilizzate.