l'incidente
venerdì 13 Gennaio, 2023
di Denise Rocca
Di Alessandro Dacroce – il giovane papà di 37 anni che ha perso la vita la scorsa sera, rientrando dal lavoro, a poche centinaia di metri dalla sua casa di Marco – rimane nella mente dei tanti che l’hanno conosciuto soprattutto un sorriso franco e uno spirito allegro e generoso. «Alessandro era un gentile, un animo fine, una persona di bontà veramente rara di questi tempi – raccontano le colleghe di lavoro della Cte Spa, azienda roveretana di piattaforme aeree ed elevatori dove Alessandro era arrivato ben 16 anni fa -. Sempre disponibile e pacifico, non perdeva mai la calma e in un lavoro come il suo non era così scontato mantenere questa positività». Dacroce stava rientrando dalla sede di Rivoli veronese dell’azienda mercoledì pomeriggio, quando ha sbandato in curva schiantandosi violentemente contro un tir. Sarebbe arrivato a casa, a Marco, dalla compagna e dal figlioletto, nel giro di poche centinaia di metri. La notizia della sua morte nell’azienda dove è entrato da ragazzo per un tirocinio ed è cresciuto professionalmente, è arrivata dai giornali: «Abbiamo letto dell’incidente e mano a mano che si aggiungevano dettagli abbiamo capito che si trattava del nostro Alessandro – raccontano i colleghi – siamo ancora increduli. È difficile oggi pensare a lui al passato: era un collega ma anche un amico con il quale condividevamo passioni e interessi anche al di fuori dell’ambito professionale. Tutti lo conoscono in azienda e lascia un vuoto enorme, difficile da affrontare. Lui che si occupava di tutto il sistema informatico è presente qui anche oggi: ogni cosa che usiamo, programma, strumento, device è stato preparato da lui con quel suo modo di essere disponibile per tutti e sempre col sorriso». Sono Alessandra e Sara, della Cts Spa, a raccontare il collega e l’uomo che era Alessandro Dacroce, loro che avevano con lui un contatto quasi quotidiano: «La sua curiosità e il tenersi informato in ambiti che potevano essere affini al nostro era motivo di confronto e arricchimento per entrambe le parti – raccontano – perdiamo un collega professionale e competente, ma soprattutto il compagno del caffè di metà mattina, con cui abbiamo condiviso notizie importanti e felici, ci scambiavamo le ricette perché era un appassionato di cucina oltre che un grande sportivo, di quello sport ridotto all’essenzialità: amava la corsa, le passeggiate in montagna e quelle col suo cane Zoe». Il giovane, originario di Castellano dove ancora abitano mamma Lucia e papà Mauro, a Marco era arrivato da solo e poi ci aveva fatto la sua casa di famiglia con la compagna Alessandra e il loro bimbo. Le gioie della sua vita. Per le quali aveva ridotto il tempo dedicato alla corsa, lui che amava gli ultratrail ed era stato uno dei primi ad iscriversi alla neo nata associazione «Gente fuori strada». Michele Adami, fondatore dell’associazione nel 2013, lo ricorda con affetto: «Era giovane – racconta – e ha mostrato una grande passione nei confronti dell’attività in natura. Mi ha colpito per la spontaneità, l’occhio chiaro e il sorriso immediato. Pochi giorni dopo siamo andati a testare uno dei sentieri più impegnativi della Vallagarina: ci siamo divertiti e ho capito che era anche molto sportivo e atletico. Ci siamo ritrovati anche sul piano personale, essendo diventati papà nello stesso periodo: abbiamo condiviso le emozioni di quest’esperienza l’ultima volta che ci siamo visti». E proprio un compagno di corsa lo ricorda con una foto particolare (qui a lato), una delle prime uscite assieme sulla lunga distanza: «Eravamo un po’ dei novellini entrambi in quel momento – racconta Matteo Crivellaro – stavamo facendo un allenamento individuale di un’ottantina di chilometri condividendo questa prima esperienza nell’affrontare le ultradistanze, corse dove si condividono anche la fatica e la sofferenza e viene fuori la persona. Ecco lui era una persona davvero speciale, ci mancherà».
È alla famiglia che pensano gli amici di Dacroce all’indomani di una perdita così grande: «Tutti noi colleghi, per quanto possibile, siamo vicini ad Alessandra, la sua compagna, e ai suoi genitori, è questo il sentimento prevalente oggi, assieme al dolore per la perdita di Alessandro».
incidente sul lavoro
di Redazione
L'episodio si è verificato in una ditta di arredamento a Cirè di Pergine. Due dipendenti stavano sistemando dei pannelli in legno con l'aiuto di un macchinario. Le due lastre sono poi cadute accidentalmente addosso ai due uomini, di cui uno in rianimazione, l'altro ferito in maniera non grave
incidente
di
All'altezza di Sdruzzinà l'auto è sbandata a destra della carreggiata verso l'erba per poi sbattere violentemente verso il muro di una struttura, travolgendo alcuni segnali stradali. Ancora da chiarire le cause dell'incidente