La scoperta

giovedì 22 Giugno, 2023

Alla guida del camion con un dispositivo che falsifica il tachigrafo: guai per l’autista

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Gli agenti della polizia locale di Trento sono stati i primi, in Italia, a intercettare e sequestrare l'oggetto che falsifica le frequenze

Un autotrasportatore polacco è stato fermato sulla Provinciale 235 – nella zona dell’Interporto di Trento – con a bordo un sofisticato congegno elettronico costituito da una chiavetta usb in grado di bloccare e quindi alterare la ricezione del segnale Gnss (Global navigation satellite system) installato nel tachigrafo intelligente: strumento obbligatorio dal 2019 su tutti i veicoli di nuova immatricolazione destinati al trasporto di persone o merci sopra le 3 tonnellate e mezzo. La notizia è stata resa nota giovedì 22 giugno. L’attività di controllo stradale della squadra Pronto intervento infortunistica e viabilità della Polizia locale Trento-Monte Bondone ha permesso di individuare e sequestrare, per la prima volta in Italia, un nuovo dispositivo di alterazione del tachigrafo intelligente. Il dispositivo illegale serviva al conducente per falsificare non tanto le proprie ore di guida e riposo bensì la posizione assoluta del mezzo sfruttando il segnale Gnss per mezzo del ricevitore incorporato all’interno dell’apparecchio. Con le stringenti modifiche normative volute ed introdotte dall’Europa per contrastare il cabotaggio abusivo e il fenomeno del dumping sociale il tachigrafo intelligente riveste ora un ruolo primario ed essenziale per la verifica ed il rispetto delle normative. Il dispositivo elettronico, ora sottoposto a sequestro amministrativo insieme al tachigrafo, è in grado di disturbare la frequenza e inviare un segnale di interferenza all’apparecchio di controllo. Così facendo gli autotrasportatori che scelgono di dotarsene, possono alterare la loro «posizione satellitare», impedendo pertanto ai funzionari addetti ai controlli stradali di verificare efficacemente, ad esempio, il rispetto del numero massimo di operazioni di cabotaggio stradale consentite o il periodo di «congelamento» di quattro giorni fuori dai confini nazionali tra un ciclo e un altro. L’autista sanzionato poteva disattivare le registrazioni mettendo in modalità «riposo» il tachigrafo nonostante il veicolo fosse in movimento. Una vera e propria «frode» di difficile rilevazione, considerato che la manipolazione avviene direttamente sul dispositivo elettronico e senza alcuna modifica visibile agli operatori di polizia. Un comportamento grave e che da quanto raccontato dagli inquirenti sarebbe diffuso in tutta Europa e che ogni anno causa incidenti stradali gravissimi oltre che una concorrenza sleale nel mondo dell’autotrasporto. «Una manipolazione sofisticata di difficile rilevazione» afferma il vicesovrintendente Alessandro Zampedri, specializzato nel rilevamento dei dispositivi di alterazioni dei tachigrafi ed impegnato ormai da anni nel contrasto di queste frodi e fenomeni illegali. Nel caso di specie, se il veicolo non viene fermato mentre il conducente utilizza il dispositivo (reperibile liberamente secondo l’autista sanzionato su alcuni siti web a cifre contenute), ad oggi non esistono delle tecniche preventive di accertamento e rilevamento. Oltre alle eventuali conseguenze penali, l’irregolarità rappresenta un illecito amministrativo che prevede l’applicazione di una multa di 2.400 euro, la sospensione della patente di guida fino a 3 mesi e la decurtazione di 10 punti, oltre alle spese di ripristino (2.000 euro) dell’impianto tachigrafico.