La storia
sabato 26 Ottobre, 2024
di Daniele Erler
Nel giro di pochi chilometri, in un paese abitato da meno di 9mila persone, ci sono ben cinque piccole librerie libere: una sul Pristòl, una in via Mulini, un’altra nel piazzale delle scuole elementari, una all’ingresso di una scuola di danza e un’altra ancora sul greto del torrente Avisio.
Il paese è Lavis e le «librerie libere» sono in realtà delle casette di legno artigianali o degli angoli attrezzati con degli scaffali. Sono state costruite per facilitare lo scambio di libri: chiunque può prenderne uno, lasciandone un altro in cambio. È un modo per promuovere la lettura dal basso, per abbattere i costi e magari per ridare vita a libri che non ne avrebbero più.
In realtà ognuna di queste piccole librerie ha però una sua storia personale. Sono nate in maniera indipendente e in momenti diversi, per l’iniziativa di persone che forse neppure si conoscono, ma che hanno avuto la stessa idea. Con un po’ di fantasia verrebbe quasi da immaginare che a Lavis ci sia qualcosa nell’aria. Un’atmosfera che crea un legame particolare con i libri: «Il fatto è che la lettura e la scrittura sono aspetti sacri della vita e non se ne può fare a meno», dice Gilberto Michelon, che qualche anno fa ha costruito la piccola libreria di via Mulini.
La prima di tutti
La prima libreria in miniatura è stata costruita nel 2012 sul Pristòl, per volontà dell’artista lavisano Carlo Devigili. L’ha montata sulle pareti esterne di casa, condividendo l’idea con Lia Nesler, un’insegnante che ai tempi viveva ai Sorni, frazione di Lavis. Devigili è morto sette anni fa e Nesler nel frattempo si è trasferita a Levico. «Però la piccola libreria è sempre lì, ha una vita tutta sua», racconta Nesler.
«Io passo un paio di volte all’anno e cerco di sistemarla, faccio ordine, tolgo i libri che non mi sembrano interessanti. Ai tempi volevamo creare una rete di persone che si parlassero attraverso i libri, lasciando delle schede con i commenti. Questo aspetto non ha funzionato, ma lo scambio di libri sì. Certo, c’è anche chi la usa solo per liberarsi la cantina. Ma molti sono davvero interessati, persino selettivi: vengono e scelgono cosa prendere. Se viene esposto un bel libro, stai sicuro che sparirà in un baleno».
Sull’Avisio e in via Mulini
Quello delle «Little Free Library» è un progetto nato negli Stati Uniti, con la stessa filosofia di promuovere la lettura dal basso. Esiste un registro ufficiale, dove sono segnalate anche alcune delle librerie di Lavis. Le altre invece sono meno ufficiali, ma funzionano più o meno allo stesso modo.
La più particolare è forse quella costruita sul greto dell’Avisio. Gli scaffali sono stati montati nell’antro del pilone di uno dei ponti: anche se ufficialmente siamo nel territorio del comune di Trento, al di là del torrente c’è Lavis.
La libreria di via Mulini si trova invece praticamente in centro al paese. «L’ho fatto per la comunità», spiega Michelon. «È stato un esperimento», racconta sua moglie, Cristina Jachemet. «Buttare un libro è sempre un peccato, cercavamo un modo per ridargli vita. Abbiamo provato a mettere dieci libri e nel giro di poco sono diventati trenta. Si dice spesso che non si legge più, io credo che non sia vero: il problema è che i libri sono costosi e non tutti se li possono comprare».
La soluzione è scambiarsi libri fra sconosciuti. Il successo di queste iniziative è facile da certificare: basta passeggiare ogni tanto per il paese. Capita spesso di vedere qualcuno che si ferma per lasciare un libro e prenderne un altro. «Passano persone di tutte le età», dice Jachemet. «Spesso sono bambini con i nonni».
Nelle scuole
Da un anno un’altra piccola libreria si trova all’ingresso della scuola di danza Ritmomisto. «Era un’idea che avevo da tempo», spiega la direttrice, Manuela Zennaro. «Volevo creare un angolo dove non ci si potesse solo scambiare i libri, ma anche incontrare. Da noi ovviamente ci sono soprattutto libri per bambini. Però ci sono anche libri più tematici sulla danza e mi piace pensare che anche qualche esterno voglia scoprire cosa leggono i ballerini. Poi ci sono bambini che si mettono a leggere, mentre aspettano un fratellino che fa il corso».
Una piccola libreria è stata montata nel 2019 nel piazzale delle scuole elementari. «Non è accessibile agli esterni, è riservata ai bambini della scuola», spiega l’insegnante Milena Bernard. «Volevamo un angolo diverso per la ricreazione, perché diventasse un momento in cui si potesse anche leggere, non solo correre». Il progetto è stato ideato dai bambini delle elementari, ma la costruzione è stata poi affidata su committenza ai ragazzi delle scuole medie, attraverso un progetto – chiamato “Officina dei saperi” – che valorizza chi è attratto dai lavori più manuali.
«A me sembra davvero che a Lavis ci sia un amore particolare per i libri», dice Bernard. Anche Michelon la pensa allo stesso modo: «Fra qualche mese andrò in pensione e ci sto pensando seriamente: forse la mia piccola libreria deve essere ampliata».