Il ricordo

sabato 6 Luglio, 2024

Pinzolo celebra il suo Clemente «Gueret» Maffei

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A 100 anni dalla nascita del grande alpinista, personaggio poliedrico e generoso, lo celebra una tavola rotonda con la figlia Lavinia, Fausto De Stefani a Marco Collini

Ad un secolo dalla nascita, Pinzolo celebra uno dei suoi alpinisti più celebri, Clemente «Gueret» Maffei. Ad organizzare l’evento il comitato del Premio internazionale solidarietà alpina, che già aveva reso omaggio allo scalatore dopo la prematura scomparsa, avvenuta il 12 agosto del 1991 durante un’ascesa con Aldo Vallori sullo Spallone della Vallima d’Amola, nel gruppo della Presanella.
Gueret (nato nell’omonima casa di Pinzolo il 24 settembre del 1924) sarà ricordato venerdì 20 settembre alle 20.30 al Paladolomiti, con un evento che anticipa la cerimonia di consegna della Targa d’Argento. Sono previsti una tavola rotonda e una mostra, allestita sempre al Paladolomiti, in occasione del centenario della nascita.
A fianco della figlia Eva Lavinia, che ne richiamerà gli aspetti più personali, l’intimità e i rapporti familiari, le sue aspirazioni, i suoi hobbies e le relazioni col sociale, il grande alpinista Fausto De Stefani, sesto al mondo a scalare tutti gli 8.000, parlerà delle prime arrampicate fatte con lui in Presanella e dei preziosi insegnamenti ricevuti. Poi toccherà al professor Marco Collini, già primario medico a Mantova, ma con le montagne di Rendena nel cuore. Da giovane apprese le tecniche per affrontare verticali e strapiombi fra i «Rampagarói», gli allievi di Clemente Guerét. Ne illustrerà la figura con testimonianze inedite sulla vita e aneddoti sul carattere e sui comportamenti di un uomo fuori dal comune, poliedrico, dagli interessi più svariati.
Basti pensare che Clemente Maffei fu la più giovane guida alpina del Trentino, compagno di cordata di Carlo Mauri, formidabile alpinista ed esploratore, in numerose spedizioni, dall’Antartide al Karakorum, e compagno di cordata di Carlo Mauri nella conquista del Sarmiento in Patagonia (evento celebrato anche dalla Domenica del Corriere). Nel 1954 si trovava fra i prescelti per raggiungere la vetta, ancora inviolata, del K2. In disaccordo con le regole imposte da Ardito Desio, preferì rinunciare all’impresa. Fu anche tra i fondatori del Corpo di Soccorso Alpino, tanto da mettere a disposizione della stazione di Pinzolo le sue attrezzature. Le lasciava in quella sede, a disposizione di tutti, e andava a prenderle quando gli servivano.
E poi gestì rifugi, dallo «Stella alpina» in Val di Genova al «Segantini» in Presanella, dal rifugio sulla Paganella al «Giovanni Sapienza» sull’ Etna. E dappertutto dove passò lasciò un buon ricordo, per non chiamarlo rimpianto. Ma anche lui aveva un rifugio, un luogo tutto suo, la Val Gabbiòlo, quella che Freshfields chiamò «la cattedrale delle Alpi», dove aveva compiuto tante prime ascensioni e dove amava ritirarsi non appena poteva, a ricrearsi lo spirito contemplando la natura e le sue creature, di cui era innamorato.