cronaca

mercoledì 31 Luglio, 2024

Allarme escherichia coli a Rabbi, chiusa Malga Polinar. Distrutte 167 forme di formaggio e stop alla vendita

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L'ordinanza del sindaco dopo che l’acqua della sorgente impiegata per ristorante e caseificio è risultata contaminata

Acqua di malga risultata dalle analisi contaminata da escherichia coli e coliformi, i carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazione e sanità) di Trento dispongono la distruzione di 167 forme di formaggio, e il Comune la chiusura temporanea dell’attività, malga Polinar. È accaduto ieri in territorio di Rabbi. A seguito dei controlli effettuati dai militari assieme al servizio veterinario di Cles. Accertamenti, questi, che hanno portato ad evidenziare come l’acqua che serve la malga è risultata contaminata dal battere. Insomma, non è potabile. E si tratta dell’acqua usata per consumo umano, così come per la ristorazione e la caseificazione. Almeno questo secondo l’esito delle analisi fatte. Ad occuparsi del campionamento i tecnici dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, su istanza dell’Asuc di Bozzana. Di qui il sequestro delle tome. Nas e veterinari hanno infatti proceduto, in via cautelare, a bloccare la commercializzazione delle 167 forme di formaggio trovate in maga. Forme che i titolari sono ora obbligati a distruggere.
Al contempo il sindaco Lorenzo Cicolini, con specifica ordinanza «contingibile ed urgente», ha dichiarato la non potabilità dell’acqua e ordinato la «chiusura immediata dell’attività di ristorazione e agrituristica di Malga Polinar» e il «divieto di vendita dei prodotti derivanti dalla lavorazione del latte prodotti in loco», informando poi anche l’azienda sanitaria provinciale. Lo stesso primo cittadino ha imposto anche di intervenire «con carattere di urgenza a una immediata pulizia e disinfezione delle vasche di accumulo e delle tubature del ramo acquedottistico» per «salvaguardare la salute e l’incolumità pubblica». Interventi, questi, che «dovranno avvenire entro e non oltre 36 ore dalla data di notifica del provvedimento».
L’inchiesta su Coredo
Solo venerdì scorso gli stessi carabinieri del Nas di Trento a Coredo di Predaia avevano apposto i sigilli alla sorgente «Presa Malga» — da cui Malga Coredo attinge l’acqua — e alle relative prese, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trento sulla bambina trentina che l’estate scorsa, quando aveva due anni e mezzo, è finita in ospedale a Padova in gravissime condizioni. E questo dopo che avrebbe mangiato o che sarebbe comunque venuta in contatto con un formaggio a latte crudo prodotto nella Malga Coredo dove la sua famiglia si era fermata. Formaggio in cui, dalle analisi di laboratorio delegate dalla Procura, sarebbe già stato individuato lo stesso ceppo del batterio Escherichia coli che ha fatto ammalare la piccola della sindrome emolitico-uremica (Seu), causata appunto dall’Escherichia coli. Ma i sospetti ora si sono spostati sull’acqua. Che già un anno fa era stata dichiarata «non potabile» dalla sindaca Giuliana Cova, la quale il 20 luglio 2023 aveva firmato un’ordinanza «contingibile ed urgente» per vietarne «l’utilizzo ai fini potabili». Quell’acqua era risultata appunto a sua volta contaminata dal batterio dell’Escherichia coli (i valori erano risultati sopra i limiti). Così come era emerso per l’impianto idrico della malga servita appunto da quella fonte. Venerdì scorso sono stati effettuati dei campionamenti e solo le analisi potranno dire se quell’acqua è ancora contaminata.