l'analisi
martedì 24 Ottobre, 2023
di Gianluca Ricci
Anche ad Arco è il Pd il partito più votato: 18,55% contro il 13,69% del suo più diretto concorrente, ovvero Fratelli d’Italia, che rispetto alle elezioni comunali del 2020 però ha fatto un considerevole balzo in avanti rispetto al 2,95% di allora. Per quanto si rischi di mescolare mele e pere, visto che si tratta di consultazioni di natura estremamente diversa, tuttavia il dato resta significativo: il Pd infatti ha totalizzato una percentuale simile così come la Lega, allora come oggi ferma al 10%. Buono anche l’esordio di Campobase e di Casa Autonomia.Eu, che insieme (lo sono in consiglio comunale) arrivano all’11,5%. Che la vittoria di Fugatti però sia stata netta non lo nega nessuno, tanto meno il sindaco Alessandro Betta, che ancora prima della proclamazione ufficiale ha preso atto della volontà popolare. 46,39% ad Arco, cinque punti percentuali in più rispetto a Francesco Valduga. «Un disastro annunciato – ha commentato senza mezzi termini il primo cittadino arcense – anche se, per fortuna, il Pd è rimasto il primo partito della provincia. La vittoria di Fugatti è stata netta, c’è poco da dire. Tuttavia alla presentazione della mia mozione all’epoca in cui si doveva provvedere ad eleggere il segretario del Pd avevamo lanciato l’allarme, sostenendo che sarebbe stato indispensabile disputare una partita diversa. Invece – ha proseguito Betta nella sua metafora calcistica – non si è toccato palla, se non per riportarla a centrocampo dopo i gol subiti. Il dato che più impressiona però è quello legato all’astensionismo, mai così alto: numeri sui quali diventa più che urgente fare qualche riflessione se vogliamo provare a costruire qualcosa di realmente attrattivo per le prossime consultazioni elettorali». Tuttavia il Pd è comunque riuscito ad eleggere sette rappresentanti, uno dei quali proveniente proprio dal territorio: «Un buon risultato – ha chiosato Betta – ma è scioccante che il segretario provinciale del partito, Alessandro Dal Ri, non sia stato eletto. Io avevo proposto di presentarlo come capolista, ma non è accaduto. Probabilmente ha pagato il fatto che non è stata sostenuta abbastanza la necessità di individuare il candidato presidente all’interno del partito e non al di fuori. Se Mariachiara Franzoia, che aveva appoggiato la mia mozione congressuale, è stata eletta in consiglio provinciale col maggior numero di preferenze nel partito probabilmente significa qualcosa. Ma ormai è andata così. Ora rimbocchiamoci le maniche per costruire insieme alle forze della coalizione una proposta che sia più concorrenziale di quella che i trentini non hanno approvato in questa occasione». Soddisfatto del risultato generale è invece Matteo Tamanini, candidato con la lista “Noi Trentino” in appoggio a Fugatti, 209 preferenze in totale: «Per un partito nato due mesi fa – ha detto – è un ottimo risultato. Spinelli è un galantuomo e sono assai lieto che le cose siano andate per il verso giusto a suo favore. Ciò che mi sconcerta è invece il dato legato all’astensionismo: Arco e soprattutto Riva sono tra i comuni in cui risulta più alto. Chi fa politica attiva oggi dovrebbe farsi qualche domanda, anche se si tratta di una responsabilità collettiva». Preoccupato per l’astensionismo è anche il vicesindaco Roberto Zampiccoli, candidato con Campobase (715 preferenze per lui): «Sono dati che fanno pensare – ha dichiarato – così come fa pensare il fatto che quasi metà di coloro che hanno dato il voto a Campobase, ma anche al Pd, non hanno espresso alcuna preferenza. Ciò detto – ha concluso – sono contentissimo per la buona prestazione di Campobase ad Arco, così così a Riva, anche perché non c’erano candidati di zona». Sensazioni simili anche da parte di Guido Trebo, assessore alla cultura e candidato per Casa Autonomia.Eu (281 le preferenze totali): «Sono molto dispiaciuto per Valduga – ha detto – ma contento che siamo riusciti ad eleggere un nostro rappresentante, Paola Demagri. Ora dobbiamo lavorare per farci trovare pronti alle prossime elezioni per il rinnovo della giunta comunale: ad Arco c’è una forza nuova e insieme a Campobase potremo toglierci delle belle soddisfazioni. Dobbiamo rimboccarci le maniche e ripartire con pazienza, magari puntando, la prossima volta, a un candidato presidente femminile. Se magari già in questa occasione avessimo puntato proprio sulla Demagri, magari la storia sarebbe stata diversa».