L'evento
venerdì 10 Novembre, 2023
di Marco Ranocchiari
Studiare a fondo, «senza tifoserie», le migrazioni, dalle origini dei flussi nell’Africa subsahariana ai risvolti legali ed economici nel nostro paese. È con questo obiettivo che oggi, alle 14.30 presso il foyer del Teatro comunale di Pergine, si terrà il convegno di studi «Patrie dei Migranti» organizzato dalla Fondazione Nodo di Gordio. Un incontro – moderato, in uno dei tre panel, dal giornalista de Il T Daniele Benfanti – che punta ad affrontare il fenomeno migratorio a 360 gradi grazie al contributo di esperti come lo storico Fabio L. Grassi, l’ex ambasciatore in Turchia e diplomatico Carlo Marsili, militari come l’ammiraglio Paolo Sandalli e l’ufficiale comandante Andrea Liorsi e gli avvocati Andrea de Bertolini e Romina Targa.
«Già dal titolo, con il termine ‘patrie’ al plurale, cerchiamo di differenziarci dai toni da curva calcistica con cui viene normalmente affrontato il tema delle migrazioni», ha spiegato Daniele Lazzeri, presidente della Fondazione. «Prevalgono discorsi banali, proposte irrealizzabili come muri e blocchi navali, o il surreale accordo con l’Albania di cui si discute in questi giorni. Ci si mostra sorpresi quando – ha continuato – il tema non è certo nuovo: infatti apriremo il convegno con due video in cui già nel 1992 Giulio Andreotti e Bettino Craxi prevedevano che dall’altra sponda del Mediterraneo sarebbero arrivati milioni di persone. Sono passati trent’anni, nell’assoluto disinteresse».
Una serie di lacune su cui il convegno si propone di indagare in tre fasi distinte. Il primo panel sarà dedicato al contesto geopolitico in cui le migrazioni sono inserite e che spesso ne è una delle cause principali. «Per i migranti Lampedusa è solo l’ultima tappa di un percorso molto più lungo che parte da paesi come Ghana, Niger, Nigeria, Senegal. La domanda – ha continuato – è come si siano creati questi corridoi». E le risposte sarebbero collegate alle complesse situazioni di quei paesi, teatro in questi anni di continui colpi di stato e dinamiche neocoloniali cui non si dedica attenzione.
Altro aspetto che sarà affrontato è quello economico, con il giornalista del Sole 24 Ore Augusto Grandi. «Si sente dire che per il calo demografico avremo bisogno di sempre più manodopera ma, ma anche qui il discorso è più complesso, nel futuro ci sono varie incognite come ad esempio l’intelligenza artificiale. E anche sul contributo alla previdenza pubblica bisogna ricordare che in una prima fase i migranti non possono lavorare».
Si parlerà anche di questioni giuridici, dai grandi temi del diritto marittimo, dei respingimenti e dei rimpatri, a quelli che riguardano sempre più persone nella vita quotidiana, dai matrimoni misti ai ricongiungimenti. Coordinati da Romina Targa, presidente trentina dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti, a confrontarsi saranno esperti come Giovanna Frizzi dell’ Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, l’ammiraglio Sandalli e l’avvocato Andrea de Bertolini. «Gran parte della narrazione politica sui migranti è passata dal descriverli come delinquenti e spacciatori fino a vederli come il preludio del terrorismo» ha commentato l’avvocato, neoeletto in consiglio provinciale con nelle liste del PD. «Ma costruire nemici è il presupposto perché le conflittualità si esprimano in conflitti veri e propri». Con conseguenze anche sulla sicurezza: «Se le persone che si trovano su territorio nazionale sono lasciate fuori dal perimetro della società civile sono più propense ad avvicinarsi alla criminalità. Per questo servirebbero strategie sinergiche, consentire l’emersione dalla clandestinità, toglierli da contesti che favoriscono l’ingresso nell’illegalità. Tralasciando gli slogan sui rimpatri, irrealizzabili su larga scala perché molti non hanno documenti e perché i paesi d’origine non li riconoscono». Si parlerà anche della fattibilità giuridica degli accordi con l’Albania. «Mi chiedo come ci si può aspettare che, in casa d’altri, siano rispettati i diritti di persone che per la legge italiana non hanno commesso nessun reato. Difficile anche solo rispettare il loro diritto alla nomina di un avvocato».