la photogallery

martedì 5 Settembre, 2023

Allestita alle Manazzon l’esposizione fotografica che ritrae l’estate in piscina

di

Le immagini saranno trasferite sulla recinzione del cantiere a partire dal 10 settembre, quando inizieranno i lavori di ristrutturazione

«È stata l’occasione per fotografare un luogo fondamentale per la comunità, trasversale per età, estrazione sociale e per gli stili di vita. È bello trovare in un unico luogo, come accade nelle piazze, gruppi molto eterogenei. Un microcosmo vivace e stratificato». Elisa Vettori, fotografa, racconta i retroscena dell’esperienza artistica che ha dato vita alla mostra «L’estate che verrà». L’esposizione viene ufficialmente inaugurata oggi, alle ore 12, al lido Manazzon, storicamente conosciuto dai trentini come «piscina Fogazzaro». Il progetto è il risultato di una collaborazione con Vera Boni, che ha curato i testi, e Alice Lotti, graphic designer e illustratrice di Torino. «Si tratta del lavoro di tre persone che non si muovono esattamente all’interno del proprio territorio – spiega la fotografa – Io sono nata in Veneto e abito fuori Trento, quindi vivere il lido è stata una decisione di quest’estate». E non si tratta di un’estate qualunque. Il lido, infatti, chiuderà presto per lavori di ristrutturazione. Dal luogo e da questa sua nuova “fase di vita” prende le mosse la creazione artistica: «C’è un rilancio al futuro. Abbiamo lavorato con il pensiero sì, che ci sarà un tempo di sospensione, ma proiettandoci già al dopo». Niente tinte nostalgiche o cupe, dunque, bensì una rappresentazione di un luogo destinato a riprendere il suo posto nella società, senza perdere il suo valore. Attraverso la mostra il lido viene raccontato a 360 gradi, calando l’osservatore nella prospettiva di chi lo vive come attività nel tempo libero e chi, invece, lo rende possibile: «Sopra ad una casetta abbiamo installato un pannello di 6 metri per 3 metri e mezzo, sul quale sono disposte 30 foto. Si tratta esclusivamente di visi in bianco e nero e sono i volti di quell’organismo complesso che vive del lavoro di tanti», spiega Vettori. Una parte della mostra è quindi dedicata alle dipendenti e ai dipendenti della piscina.
In questa narrazione è stato di grande importanza il lavoro di Vera Boni, che gestisce eventi culturali in città, oltre al suo locale dove vengono organizzate cene a tema e mostre d’arte. «Ha raccolto le storie di chi ha lavorato lì una vita – dice – C’è anche una coppia che si è conosciuta lì e che ha continuato a lavorarci insieme». Il rapporto tra queste due artiste si instaura dopo che la fotografa ha prodotto una serie di ritratti degli esercenti di Via Roggia Grande: «Uno di loro ha proposto a Vera il mio lavoro. Oggi mi sento integrata in città anche come fotografa». Vettori, infatti, è anche la co-proprietaria della libreria «Due punti» nel quartiere di San Martino.
La mostra parla di chi contribuisce alla “creazione” del lido stesso, dicevamo, ma anche a chi ci passa il tempo per svago o per attività sportiva. A questa componente vitale della piscina è dedicata una sequenza di reportage di 18 fotografie. «C’è un dialogo fra le immagini. Una delle mie foto preferite parla di agonismo e relax. Nello scatto ci sono due ragazze adolescenti che si trovano al lido per l’allenamento di nuoto di prima mattina, ma in un frangente nel quale stanno giocando a carte durante una pausa. Il fatto stesso che se le portino lì fa capire quanto quello sia un luogo quotidiano per loro, un’estensione della propria casa». Fra gli scatti preferiti c’è anche una foto nata da un momento di gioco sperimentale, l’unica scattata con una macchina subacquea analogica «di plastica, di quelle che avevo anche da bambina», che ritrae la nipote Teresa di 4 anni e mezzo mentre impara a nuotare.
C’è l’occhio dietro all’obiettivo e c’è lo sguardo di coglie e mette in risalto dettagli che evocano sensazioni e interpretazioni: quello della graphic designer Alice Lotti. «Mi piace molto il suo modo di lavorare perché è incentrato sul visivo – dice Vettori – Lei fa la sintesi attraverso la grafica, asciuga. Fa una sommatoria di elementi ma è capace di renderne alcuni molto brillanti facendo sì che, ad esempio, un angolo curvo si trasformi in un’onda», conclude la fotografa.
La mostra sarà aperta al pubblico fino alla chiusura del lido. In seguito gli scatti verranno esposti sulle impalcature dei lavori per «dare continuità alla vita del luogo anche in questa fase».