Turismo e case

mercoledì 28 Agosto, 2024

Alloggi turistici e ricettività, l’Alto Garda vuole l’autonomia di gestione: le richieste alla Provincia

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Al tavolo di confronto c'erano i sette Comuni e l’Apt per sollecitare nuove norme

C’erano sindaci, esponenti delle minoranze, tecnici, categorie economiche, in una copertura territoriale che ha riunito in un solo luogo rappresentanti di tutti i Comuni dell’Alto Garda e Ledro per stendere la traccia di quello che vorrà essere un puntuale documento territoriale nel quale si chiede alla Provincia di dare ai Comuni altogardesani la possibilità di agire territorialmente e in modo autonomo sulle normative per le definizioni di alloggi turistici e settore ricettività, al fine di potersi muovere con attenzione meticolosa, agendo ognuno con le proprie necessità e differenziando il modello anche all’interno dello stesso comune. Ossia poter permettere ad un’amministrazione di definire le ricettività in modo diverso in base al luogo o alla frazione e non unicamente sulla base di una norma che racchiude (come lo è ora ndr) tutto il territorio in un unica definizione. Lo ha spiegato anche recentemente la sindaca di Riva Cristina Santi proprio in considerazione dell’annuncio del nuovo regolamento per gli alloggi turistici. Santi aveva evidenziato come ciò che si può dire per il centro storico di Riva o per la fascia lago non lo si può applicare alla frazione di Campi. «Bisogna – aveva spiegato – potersi muovere all’interno del comune con i dovuti distinguo. È più facile che ai campi io possa autorizzare un alloggio turistico o una struttura ricettiva, mentre è evidente che questo non lo si può fare in centro storico». Attorno a questo modello di agilità normativa ruoterà il documento che, per ora, è stato solo abbozzato. «Ci siamo trovati e quel che ne è uscito – ha dichiarato il presidente di Garda Dolomiti Silvio Rigatti – ha permesso di capire quelle che sono le idee di tutti, le singole necessità e come poter procedere per strutturare nel dettaglio un documento che sia rappresentativo di tutte le istanze del territorio dell’Alto Garda e Ledro. Si è trattato di un confronto intenso che ha riunito non solo sindaci e delegati, ma anche esponenti delle minoranze e tecnici, tutti insieme per mettere le basi di quelle che saranno le nostre richieste da fare alla Provincia». Sul documento vige il massimo riserbo, ma da quel che si sa vi è l’espressa volontà di fare in modo che la rivoluzione parta proprio dalla Provincia e che questa realizzi una norma che possa concedere al territorio, o meglio ai singoli comuni una libertà di azione che oggi non è possibile. «Una volta che questo documento otterrà il benestare di tutti – ha quindi commentato Rigatti – verrà inviato in Provincia». Prima, però, dovrà passare le forche Caudine della conferenza del turismo che riunisce non solo i primi cittadini, ma anche le categorie economiche. Lì, in quella sede verrà affinato il documento e messo in votazione. Se approvato diventerà una richiesta ufficiale da parte dell’intero ecosistema istituzionale e rappresentativo dell’intero Alto Garda. Nel documento si vuole lasciare spazio anche ai singoli regolamenti che ogni comune può proporre per auto regolamentarsi. In quest’ottica troverebbe piena accettazione (qualora venisse approvato dalla commissione regolamenti e successivamente dal consiglio comunale ndr) anche il regolamento annunciato da Santi per Riva del Garda. Regolamento che qualche frizione istituzionale l’ha creata in particolare con l’Apt che si sarebbe sentita prevaricata e sentita quasi come bypassata dalla prima cittadina rivana. Uno screzio più di modus operandi che di contenuto, tanto che, come annunciato, il documento in fase di elaborazione lascia spazio di manovra a ogni Comune per redigere un proprio regolamento interno. La partita definitiva si giocherà in conferenza del turismo.