Il caso

sabato 27 Luglio, 2024

Alloggi vacanze e emergenza casa, i sindaci del Trentino: «Servono regole più stringenti»

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Santi: «Chiederemo certi standard come il posto auto». Ianeselli: «Interventi sulla tassazione degli alloggi»

Frustrazione, la sensazione di essere un po’ beffate e la certezza che le armi che hanno in mano sono inevitabilmente spuntate. Da tempo la questione casa e, con essa, il rapporto con il turismo e con il mercato degli affitti brevi è finita all’interno del dossier dei sindaci trentini, in particolare quelli delle località con maggiore afflusso dall’esterno. L’inchiesta del T (pubblicata sul numero di ieri, 26 luglio) ha confermato con i numeri le impressioni che già gli amministratori avevano. Le «case vacanza» non sono, nella maggior parte dei casi uno strumento con cui piccoli proprietari «arrotondano». Sono, in gran parte (61%, secondo quanto è emerso dall’inchiesta) in mano a pochi player, dei «latifondisti» dell’affitto breve. Spesso, aziende straniere, a cominciare dal colosso Holidu.
«Cambio di regolamento»
Come rispondere, dunque, a un fenomeno che appare essere fuori controllo? Una delle zone più colpite è il lago di Garda (non solo trentino). La sindaca di Riva, Cristina Santi pensa a una modifica del regolamento comunale. «Sappiamo benissimo, ormai, che la situazione è sfuggita di mano — dice — come amministrazione comunale non possiamo fare molto, ma stiamo prendendo in considerazione di intervenire sul regolamento. Come? Chiedendo, ad esempio, che gli appartamenti turistici rispettino determinati standard, tra cui quello di avere un posto auto». Sembra un aspetto secondario, invece è una delle ripercussioni più conosciute in loco, dell’overtourism. «Il fatto che gli affitti brevi siano in mano ad aziende straniere purtroppo ha conseguenze che vanno oltre il mancato incasso delle tasse. L’agenzia mette una serratura con un codice d’accesso e non controlla nulla: non sa quante persone arrivano, come arrivano. Così ci ritroviamo, ad esempio, invasi di auto che non hanno parcheggio. Oppure con turisti molesti. Il tutto mentre il centro storico si svuota: sì, c’è anche un problema di ordine pubblico».
Trento, assedio al centro
Negli ultimi cinque anni la situazione è cambiata radicalmente anche in centro a Trento.
Lo ha registrato anche un documento come la variante strategica del Comune, che osservando il centro storico (la zona pedonale, in particolare) ha notato come nell’area che va dal Buonconsiglio fino a piazza Fiera ci siano solo 13 appartamenti disponibili per l’affitto e 80 alloggi sulla piattaforma AirBnB. «Questo fenomeno — sintetizza il sindaco Franco Ianeselli — ce l’abbiamo in casa — e occorre fare il possibile per governarlo. Il fatto che la gestione di molte residenze siano multinazionali è rilevante fino a un certo punto: siamo un paese dell’Unione Europea. Le strade da percorrere sono diverse, a partire dalla tassazione fino al cambio di destinazione d’uso (proposto, sua queste pagine, dal presidente dell’Asat, Gianni Battaiola, ndr) ma ci vuole anche un’iniziativa del legislatore nazionale. È evidente che c’è una domanda turistica e che, a Trento, c’è spazio per un servizio alberghiero di qualità: i numeri degli hotel infatti non sono cambiati negli ultimi anni, quelli degli affitti brevi sono esplosi».
Lavorare sugli incentivi
Nel lavoro di cesello che possono attuare le amministrazioni trentine c’è anche la possibilità di tarare la tassazione locale, a partire dall’Imis. «È uno strumento in mano ai sindaci in grado di portare a risultati concreti — dice il presidente del Cal, nonché sindaco di Ville di Fiemme, Paride Gianmoena — nel caso del mio comune abbiamo visto un aumento degli affitti a lungo termine».
E il ruolo della Provincia? L’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni allarga le braccia. «Non abbiamo molti strumenti a disposizione». Ricorda l’impegno di Piazza Dante con l’introduzione del codice Cipat, la targa relativa agli alloggi per uso turistico, da esporre in modo visibile all’esterno dell’alloggio o dell’edificio in cui è collocata la casa vacanza. «Abbiamo deciso anche di dirottare metà delle risorse derivate dalla tassa di soggiorno ai Comuni per effettuare i controlli – aggiunge – Ma gli stessi Comuni non sempre fanno i controlli».