lunedì 13 Febbraio, 2023

Alto Adige, Origine delle materie prime nei menù: i ristoratori pronti alla protesta. «Mole di lavoro insostenibile»

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Il direttivo dei pubblici esercizi di Confesercenti chiede un incontro all’assessore Schuler sul ddl promosso dal Buernbund e dai Verdi. «Norma che complica il lavoro e, alla fine, penalizzerà anche il prodotto locale»

«Un disegno di legge scritto male con un’idea di fondo che porterebbe aggravi economici e burocratici. Senza aiutare minimamente i produttori altoatesini». Ieri mattina nella sede di Confesercenti in via Roma a Bolzano si è riunito il consiglio direttivo della categoria dei pubblici esercizi per discutere della legge provinciale 122/22 che obbligherebbe all’esposizione dell’origine di carne, latte e uova nei menù o all’interno dei ristoranti. Presenti Elio Simoni (Tortuga) Andrea Vinante (Charro’s), Ivan Waldner (Casa al Torchio) e Luca Bonato (Romagnolo). A coordinare l’incontro la funzionaria responsabile della categoria Elke Moeltner. La prima azione è stata chiedere un immediato incontro con l’assessore provinciale Arnold Schuler per esporre le criticità senza escludere possibili forti azioni di protesta in futuro.

Una legge dall’applicazione difficile

L’applicazione della norma strutturata dal Bauernbund (con l’appoggio dei Verdi) creerebbe non pochi problemi nel workflow quotidiano dei locali. «Significa svegliarsi un’ora prima e lavorare all’elenco della provenienza dei prodotti tutti i giorni» spiegano. «Non è nemmeno semplice essere precisi perché spesso le bolle o le etichette forniscono un’indicazione estremamente generica. Per esempio l’etichetta può tranquillamente riportare solo Ue in alcuni casi. Che si fa? Si contatta i produttori chiedendo lumi sul luogo specifico senza che siano minimamente obbligati a dircelo?». Esporlo nel menù (o con un cartello in sala), inoltre, presenta altre criticità. «Non sempre i fornitori sono unici. Anzi, spesso si cambia in base alle offerte, alle esigenze o alle scelte delle pietanze. In un giorno può anche capitare di terminare la fornitura di un marchio e passare a quella di un altro. Dovremmo uscire a cambiare tutte le indicazioni? Mettiamo entrambe e il cliente non sa bene cosa riceverà? È abbastanza assurdo».

Valorizzare il prodotto locale? L’esito sarà esattamente l’opposto

La ratio della norma sarebbe un meccanismo che imponga la valorizzazione del prodotto altoatesino mettendo, sostanzialmente, in difficoltà chi si rifornisce altrove. «Nella pratica si otterrà l’esatto effetto contrario. Se vado all’ipermercato ho una lista di prodotti con origini elencate in modo compatto e abbastanza univoco. Se mi rifornisco dal singolo fornitore altoatesino quale documento fa fede: la bolla? La dichiarazione del singolo sulla provenienza delle uova o sulla carne? La Provincia prevederà delle certificazioni specifiche per aiutarci nella compilazione di questo elenco? Alla fine diventa più semplice andare negli ipermercati all’ingrosso, inutile girarci intorno. Peraltro non è nemmeno detto che un determinato prodotto altoatesino sia sempre e comunque più valido di uno nazionale o estero. Sono tante le variabili in gioco e fa parte della nostra professionalità analizzare e valutare le soluzioni migliori. Imbastire un sistema che possa portare il consumatore a pensare che l’origine altoatesina sia il massimo mentre una generica origine Ue sia da guardare sospetto è scorretto. Verso di noi e anche verso i fornitori. Peraltro chiunque abbia materie prime di valore già le segnala in modo evidente perché sono un plus. Altoatesine comprese chiaramente. Viene da chiedersi, infine, perché altre tipologie di carne (es. equine o selvaggina) siano escluse».

Pronti anche allo sciopero

La prossima seduta del consiglio provinciale che discuterà la legge dopo la sospensione di febbraio sarà tra il 7 e il 10 marzo. «Prima di allora – continuano gli esercenti – vorremmo discutere faccia a faccia con l’assessore e porre anche a lui le nostre riflessioni. Non possono calare dall’alto delle norme così impattanti sul nostro lavoro. In caso di mancato ascolto siamo anche pronti a promuovere uno sciopero delle forniture altoatesine. Compatti e decisi».