I numeri
venerdì 17 Gennaio, 2025
di Giacomo Polli
Sempre meno coppie scelgono di sposarsi in chiesa. Dal 2010 ad oggi il trend di coloro che hanno deciso di unirsi tramite il rito religioso è calato di più del 75% tra le città di Riva del Garda e Arco. Quindici anni fa, infatti, furono effettuati 54 matrimoni in chiesa (38 ad Arco e 16 a Riva), mentre nel corso del 2024 appena 13 (7 ad Arco e 6 a Riva). Numeri, quindi, che mettono in luce come la popolazione – almeno per quanto riguarda questo tipo di cerimonie – si sia completamente allontanata dalle modalità religiose, preferendo di gran lunga la celebrazione civile. Osservando i numeri messi a disposizione dall’Istat, per risalire all’ultima volta in cui ad Arco il numero di unioni in chiesa ha superato il numero di quelle civili bisogna tornare al 2005, quando vennero effettuati 44 matrimoni con rito religioso contro i 25 con rito civile. Per quanto riguarda Riva del Garda, invece, bisogna riavvolgere il nastro al 2004 – 21 anni fa – con le celebrazioni in chiesa che furono 25, le altre invece 22. Di poco conto, per completezza di informazione, i numeri che riguardano il 2020, anno in cui tutti i tipi di eventi sono stati ostacolati dal Covid. Il trend, comunque, è completamente cambiato rispetto al passato e vede soprattutto come protagonisti le coppie che appartengono a generazioni più giovani. La tendenza si è infatti invertita a partire dal 2010 in Provincia di Trento, seppur ad Arco e Riva sia avvenuto cinque anni prima. «Il numero di matrimoni in chiesa rispetto a tanti anni fa è più basso – commenta don Francesco, parroco di Arco – La situazione, però, non mi preoccupa e sinceramente non mi sorprende. Rispetto al passato il matrimonio celebrato come sacramento richiede che alla base ci sia un cammino di fede. Quando e se questo cammino non c’è o magari non è ancora arrivato a compimento, la coppia che può sposarsi civilmente lo fa e poi magari matura solo in secondo momento il matrimonio religioso». Un trend, quindi, che nonostante si sia abbassato nel corso del tempo non preoccupa il don della città all’ombra del castello: «Io sono qui da cinque anni e per quella che è la mia esperienza posso dire che comunque i riti religiosi si stanno mantenendo. Rispetto a tanti anni fa sono calati i matrimoni in generale, non solo quelli religiosi». Secondo don Francesco, inoltre, «bisognerebbe capire quanti di questi matrimoni civili non possono essere effettuati a livello religioso perchè all’interno della coppia ci sono persone che in passato si sono già sposate in chiesa». Fattore, questo, che infatti non permetterebbe di effettuare un nuovo rito nel medesimo luogo. «Se sono persone che hanno divorziato – aggiunge – e decidono poi di unirsi con un altro partner, l’unico modo per poterlo fare è in Comune». Tra le motivazioni, inoltre, c’è anche «la disaffezione verso un cammino di fede» spiega il don di Arco. «Se le persone non colvitano questo cammino negli anni della giovinezza – continua – è difficile che arrivino a pensare ad una formazione che porti al matrimonio religioso. È più facile, e succede anche in Busa, che le persone scelgano il rito civile o che preferiscano andare convivere. Poi con il passare degli anni, con magari i figli che iniziano a partecipare alla catechesi, emerge il desiderio dei genitori di unirsi anche in chiesa. Spero solo che tutti coloro che scelgono di fare questo passo siano pronti. Una volta veniva fatta con più leggerezza e talvolta superficialità la scelta di sposarsi in chiesa, oggi invece credo che vengano portate avanti delle riflessioni. Non mi preoccupo del calo, mi auguro però che coloro arrivano a questo passo lo facciano più convinti dei loro colleghi precedenti».