La tragedia
venerdì 5 Luglio, 2024
di Leonardo Omezzolli
Una frazione di secondo in cui tutto è cambiato per sempre, trasformando un momento di spensieratezza in un dramma familiare e di comunità. La tragica morte di Margherita Lega è rimbalzata in tutto l’Alto Garda e in buona parte del Trentino perché il suo sorriso semplice e allo stesso tempo contagioso e la sua voglia di interpretare il mondo, richiamavano a tutti coloro che l’hanno conosciuta l’innocenza e lo stupore dei bambini. E con i più piccoli Lega, 41 anni, due figli di 5 e 7 anni e un marito Rocco Meloni, ci sapeva fare. Insieme al compagno di vita erano soliti portare il loro approccio naturale nelle classi delle scuole secondarie di primo grado con laboratori didattici che mettevano i piccoli in contatto diretto con la natura, con la terra, con le colture. Appassionata biologa ha partecipato a diverse conferenze in giro per il Trentino collaborando con diversi enti museali. Dal civico di Rovereto fino all’Ecomuseo della Judicaria. Qui aveva stretto legami importanti soprattutto con la presidente Carmela Bresciani tanto che per alcuni anni con la propria famiglia e fino ad alcuni mesi fa prima di trasferirsi a Fiavè avevano deciso di vivere in un casolare nella frazione di Pranzo. «Era una ragazza splendida – ricorda un amico che preferisce mantenere l’anonimato -. Sempre piena di energia, la classica brava ragazza, impegnata e soprattutto, questo deve essere detto, coerente con i suoi ideali, con le sue scelte di vita. Una donna acculturata». Che amava leggere e, visto il legame con Meloni, per anni ha frequentato Dro, paese natale del marito. Qui era solita collaborare con le scuole del territorio con progetti didattici e andare con i bambini o da sola in biblioteca. La ricorda l’ex bibliotecario storico di Dro Dino Sommadossi: «Sempre solare e dedita a star vicino ai bambini. Amava fare laboratori e lì me la ricordo come un’assidua frequentatrice della biblioteca». I piccoli, bambini come i suoi, erano un legame forte nella sua vita. Lo stesso compagno era insegnante della Scuola nel Bosco di Tenno e lei ne era un’assidua frequentatrice oltre che collaboratrice. Ieri due insegnanti sono partiti per raggiungere il collega e amico sul luogo della tragedia, per stare vicino a lui e ai due bambini. Serena Olivieri, che è stata promotrice e fondatrice della scuola nel bosco, è provata e incredula: «Rocco e Margherita sono una coppia solidale, interessata a crescere i figli in un mondo che sappia pensare. Sono filosofi della vita, i giovani belli di oggi, in ricerca di qualcosa di diverso, pur stando dentro alle cose. Belle persone, pensanti». L’ambiente era per lei un elemento da rispettare e la natura un gigantesco ecosistema nel quale immergersi con rispetto e consapevolezza riducendo fortemente l’impatto antropico dell’uomo su di essa. «Era attaccata fortemente alla natura – ricorda un amico di Trento -. Per lei l’attaccamento alla terra era importante. Ricordo la sua generosità e la sua infinita disponibilità ad aiutare gli altri a dare una mano nelle piccole e grandi cose. Sono sconvolto. So che in molti si stanno muovendo per stare vicino ai suoi familiari. Una tragedia, una vera tragedia».