L'INTERVISTA
giovedì 18 Gennaio, 2024
di Emanuele Paccher
Sono molte le persone che in questi anni si sono mobilitate per sostenere la causa di Enrico «Chico» Forti. Tra queste spiccano, per notorietà e attivismo, i nomi di Andrea Bocelli, il celebre tenore italiano, e della moglie Veronica Berti. Le presentazioni sono quasi superflue. Classe 1958, Bocelli è un artista conosciuto a livello internazionale; Berti, invece, è un’imprenditrice italiana, nata a Ferrara nel 1984 e sposata con Bocelli dal 2006. Non necessita grandi presentazioni neppure Chico Forti, nato a Trento l’8 febbraio 1959, ex produttore televisivo e velista, la cui vita è cambiata radicalmente a partire dal 15 febbraio 1998, giorno in cui Dale Pike venne trovato morto su una spiaggia di Miami.
Il sogno americano di Chico Forti si è infranto definitivamente nel 2000: la giuria popolare chiamata a pronunciarsi sul suo caso lo ritenne colpevole dell’omicidio oltre ogni ragionevole dubbio. La sentenza è perentoria: fine pena mai.
Un caso controverso, per il quale si sono spesi fiumi di parole. Sono molte le circostanze anomale, e sono in tanti coloro che richiedono la scarcerazione di Forti o, quantomeno, la sua estradizione in Italia.
Una vicenda giuridica e politica, ma anche – forse soprattutto – umana. Chico Forti da anni non vede la madre Maria, ormai 96enne. Nelle mura in cui si trova detenuto, il Dade Correctional Institution di Miami, c’è spazio solo per qualche chiamata e qualche visita. Alcune di queste sono più particolari di altre, come, per l’appunto, quelle di Andrea Bocelli e di Veronica Berti, che da anni mostrano la loro vicinanza al velista italiano.
Come avete conosciuto la storia di Chico Forti?
Andrea Bocelli: «Eravamo al corrente della sua dolorosa vicenda umana già da molti anni: è una storia che non si dimentica e che infatti ha toccato il cuore di tantissime persone. A sostegno di Chico sono stati scritti libri, sono state indette manifestazioni che hanno coinvolto bagni di folla, sono state composte canzoni».
E Chico Forti, invece, come lo avete conosciuto?
Veronica Berti: «Siamo andati a trovarlo la prima volta due anni fa, nel giorno del suo 63esimo compleanno. Siamo stati con lui alcune ore e ascoltandone la complessa parabola esistenziale dalla sua viva voce si è subito instaurata una profonda empatia. Ne è nata un’amicizia bella e autentica, basata sulla stima e sulla fiducia reciproca».
Quante volte gli avete fatto visita?
Andrea Bocelli: «Ogni volta che passiamo da Miami andare a salutarlo è per noi una priorità, un appuntamento irrinunciabile. E ogni visita rappresenta un’emozione intensa e contraddittoria, perché da un lato c’è il piacere di ritrovare un amico, una persona speciale, che con grande forza d’animo continua a resistere, ad avere fiducia nei propri simili e nella giustizia. Dall’altro, è una situazione davvero triste quando usciamo dal carcere, dovendolo lasciare oltre quelle porte di ferro che si sprangano dietro di noi. La frustrazione è davvero grande».
L’ultima volta come lo avete trovato?
Andrea Bocelli: «Chico è un uomo provato, naturalmente, ma che nonostante la propria condizione di segregazione non rinuncia alla vita, alla speranza, alla creatività, e anche – per quanto gli è possibile – al proprio ruolo di padre affettuoso. Uno spirito che, malgrado tutto, non è stato piegato dagli eventi. La sua biografia di atleta, di campione e imprenditore di successo, testimonia come non si fermi di fronte alle sfide più complesse. La più estrema delle quali, purtroppo e suo malgrado, dura ancora».
Che idea vi siete fatti del caso Chico Forti?
Veronica Berti: «Non entro nel merito della controversa vicenda giudiziaria che lo coinvolge né mi permetto di mettere in discussione il corso della giustizia. Mi limito a ricordare che il trasferimento di Chico è stato ratificato tre anni fa dal Governatore della Florida, in base alla Convenzione di Strasburgo del 1983 che permette ai detenuti di poter essere trasferiti nel proprio Paese d’origine per finire di scontare la pena inflitta. Andrea e io – e, come noi, tantissime persone italiane e non – ci auguriamo che dopo quasi un quarto di secolo in carcere (condannato come è noto per un omicidio per il quale si è sempre dichiarato innocente), Chico Forti possa beneficiare di tale risoluzione già siglata, e così tornare in Italia, anche per poter riabbracciare sua madre, oggi novantaseienne, prima che sia troppo tardi».
Negli ultimi anni vi siete mobilitati interessando direttamente degli importanti uomini politici americani e italiani. Con chi avete parlato? Si stanno mobilitando?
Andrea Bocelli: «Abbiamo sentito l’obbligo morale di dar voce a chi non ha voce. Ripeto, non siamo i soli: abbiamo agito nel solco di altri artisti, intellettuali, giuristi, sacerdoti, politici e persino del Santo Padre che si sono mossi, pubblicamente o attraverso canali diplomatici, affinché questa penosa disavventura si concluda positivamente. Abbiamo fatto la nostra parte, avendo il privilegio di poter incontrare, grazie alla nostra attività artistica internazionale, alcuni tra i più importanti personaggi politici, anche oltreoceano. Considerate le ottime relazioni che intercorrono fra Italia e Stati Uniti, restiamo fiduciosi».
Credete che si stia facendo abbastanza per riportarlo in Italia?
Veronica Berti: «Si è fatto molto… ma è purtroppo l’evidenza stessa dei fatti a rammentarci che, a oggi, quel “molto” non è ancora abbastanza».
Bocelli: ha mai pensato di dedicargli un concerto o una canzone?
Andrea Bocelli: «In effetti è già accaduto. Meno di un anno fa, dal palco della Fla Live Arena di Sunrise, in Florida, di fronte a oltre ventiseimila persone, mia figlia Virginia e io abbiamo dedicato a Chico una canzone, o meglio una preghiera cantata, “Hallelujah” di Leonard Cohen».
Se Chico Forti dovesse tornare in Italia, fareste qualcosa assieme?
Veronica Berti: «Continueremmo ad andare a trovarlo, ma senza questo peso nel cuore, di saperlo lontano dai suoi effetti. Una volta chiusi i conti con la giustizia, sarebbe poi una grande festa se potesse ricambiare la visita, se fosse lui a venirci a trovare! Succederà, ne siamo sicuri».
Per voi chi è Chico Forti?
Andrea Bocelli: «Un uomo brillante, una persona positiva e per bene cui è stato sottratto, da quasi un quarto di secolo, il bene più prezioso: la libertà. Limitazione che è tanto più devastante, quando perpetrata ai danni di uno spirito, come in questo caso, vivace, volitivo, sensibile, nobile».