Il racconto della vittima
martedì 18 Giugno, 2024
di Davide Orsato
«Il risultato sarebbe arrivato, me lo sentivo: potevo finire sul podio, o comunque tra i primi cinque». A parlare è Filippo Calliari, 34 anni, di Besenello, ciclista della squadra Garda Scott Matergia, coinvolto nell’incidente avvenuto, domenica 16 giugno, a Rivamonte, in provincia di Belluno, dove si correva una delle granfondo più impegnative, la Dolomiti Sportful Race. La notizia ha fatto il giro d’Italia, perché l’anziana donna che conduceva l’auto, è riuscita a superare tre posti di blocco prima di andare contro al gruppo di ciclisti che scendeva. Ai carabinieri ha dato poi la seguente motivazione «dovevo andare a messa». Il ciclista lagarino arrivava da una buona stagione: solo un mese fa aveva trionfato a un’altra granfondo, La Bergamo Bgy Airport.
Innanzitutto, come sta?
«Male. Questa mattina (ieri, ndr) sento tutti i dolori che non mi sono venuti nei giorni scorsi: ho una botta sul torace, la clavicola mi duole ma per fortuna è salva… tanti graffi e tagli dovuti ai frammenti di vetro del finestrino».
Ha avuto paura?
«No, e per un semplice motivo: non abbiamo nemmeno fatto in tempo a vedere l’auto, io me la sono trovata addosso. Sono finito a terra, cosciente ma completamente frastornato, tant’è che quando mi sono ripreso ho visto attorno a me solo i due ciclisti feriti in modo grave. Tra questi, Stefano Cecchini, che conosco molto bene e che si è ferito in modo grave: ha i denti rotti e ha bisogno di trenta punti: è ricoverato a Verona. Assieme a noi due un altro ciclista italiano di 49 anni, anche con ferite gravi».
Cosa dicono i medici, ci saranno conseguenze?
«Al momento del ricovero ero molto preoccupato, perché non riuscivo a muovere la clavicola. Temevo fosse rotta, invece è una brutta botta. Quando i medici mi hanno visitato erano increduli, perché si aspettavano conseguenze ben peggiori».
La Dolomiti Sportful Race è una gara molto nota nel mondo del ciclismo, c’erano quattromila ai nastri di partenza. L’auto ha finito per travolgere inevitabilmente il gruppo di testa…
«Sì, ci ha preso a una curva cieca e nessuno è riuscito a evitarla. Tutta la classifica è stata stravolta. Anche se non me ne sono accorto in un primo momento, infatti, sono caduti in venti: la maggior parte di loro è riuscita a proseguire la gara».
La conducente dell’auto ha detto qualcosa? Vi risulta stesse andando a messa?
«Posso solo dire che quando mi sono ripreso l’ho sentita parlare, stava tentando di chiamare i soccorsi ma era in difficoltà, così ha raggiunto i miei compagni di squadra. Loro hanno lanciato l’allarme».
Poi cos’è successo? I soccorsi sono stati rapidi?
«Purtroppo, anche a causa di dove ci trovavamo, l’ambulanza ci ha messo molto ad arrivare e nel frattempo siamo rimasti privi di cure. Mi aspettavo, infatti, che nel gruppo davanti ci fosse almeno una moto con una valigetta da primo soccorso. Non è stato così».