il lutto

mercoledì 26 Luglio, 2023

Arco, addio a Imerio Bommartini, leggenda delle moto

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Mancato ieri a 88 anni, fino a sei mesi fa aggiustava ancora le Morini. Il figlio Luciano: «Finiremo noi il suo lavoro»

Se n’è andato ieri, all’età di 88 anni, Imerio Bommartini, figura storica del motociclismo e del motocross locale, regionale e italiano. Imerio lascia i due figli Luciano e Tiziano, le nuore, i fratelli, e i numerosi e amati nipoti. Ma Imerio non lascia solo i suoi cari: lo salutano con affetto e infinita stima anche tutti coloro per cui è stato un riferimento sportivo e un modello in termini di passione ed entusiasmo per il mondo delle due ruote. Fino a pochi mesi fa, infatti, da tutta Italia venivano a cercare Imerio i proprietari di moto d’epoca, in particolare le vecchie Morini, a cui Bommartini restituiva la vita, restaurandole e riportandole in strada. Lo chiamavano, non a caso, il «mago delle Morini». «Qualcuna ancora è rimasta in garage, perché non ha finito di sistemarle – dice il figlio Luciano, che come il fratello ha ereditato la passione del padre – e quindi toccherà a noi figli prendercene cura e terminare il suo lavoro».
Imerio aveva iniziato a mettere mano alle moto quando aveva 14 anni. Era andato a imparare l’arte dal maestro artigiano Strobel, a Riva del Garda, che aveva l’officina proprio adiacente a un altro gigante della moto, Gino Sembenini senior. Proprio Gino notò il ragazzino e lo giudicò con occhio esperto «un bravo ragazzo». Imerio passò quindi all’officina Sembenini, dove rimase per ben 25 anni. Divenuto a sua volta un esperto, andò a lavorare per un breve periodo all’officina del «Bepi» Manco, ma con le automobili si divertiva fino a un certo punto, anche perché i suoi affezionati clienti conosciuti da Sembenini andavano a cercarlo per chiedergli se poteva trovare il tempo per occuparsi delle loro moto. E allora la passione lo spinse al grande passo di mettersi in proprio: era il 1979, e Bommartini aprì la sua attività nella sede di Ceole, dove rimase fino al 2003 (quando si traferì in via Aldo Moro, dov’è tutt’ora), vendendo addirittura lo storico marchio jugoslavo Tomos. Ma quegli anni sono anche quelli del Moto Club Arco, e mentre in parallelo il collega Sembenini sviluppa e radica la disciplina del trail, Bommartini ad Arco lancia il cross. Nel 1976 è pioniere del mondo giovanile, portando in pista il figlioletto Luciano – che oggi del Moto Club è segretario – insieme ad altri cinque ragazzini tra gli 8 e gli 11 anni, tutti figli di genitori nel direttivo della società. «Eravamo i primi in regione – ricorda Luciano – io, Fabrizio Tomasi, Francesco Manco, Fabrizio Chistè e il compianto Alvaro Santoni». Oggi in regione ci sono oltre 90 giovanissimi agonisti, per merito di Imerio.
«Bommartini ha contribuito a portare qui il mondiale, nel maggio 1987, la prima edizione ebbe lui come presidente» aggiunge l’attuale presidente del Moto Club Arco, Gianfranco Pasqua. Imerio è andato a vedere le gare, incontrare i piloti e mangiare un panino con lo staff fino a marzo di quest’anno. Fino a sei mesi fa, andava ancora a farsi qualche bel giro in moto. «Una presenza instancabile – dice Pasqua – brillante, capace di trasmettere entusiasmo sia quando spiegava dettagli tecnici sia quando raccontava di un’uscita per un raduno delle Morini – continua Pasqua – Lavoreremo per tenere vivo il suo ricordo anche un evento sportivo, un memorial, una tappa fissa ogni anno nel nostro circuito». I funerali saranno celebrati domani alle 15 in Collegiata ad Arco.