Sanità
giovedì 27 Marzo, 2025
Arco, allarme al pronto soccorso: «Pochi posti all’osservazione breve intensiva, si rischiano tensioni»
di D.O.
La denuncia di Nursing Up: «Inizia la stagione turistica e ci sono solo 4 letti, uno ogni 20 mila accessi»

Troppi pochi posti per l’Obi, l’osservazione breve intensiva, all’ospedale di Arco. La denuncia arriva dal sindacato Nursing Up, che rappresenta un gran numero di iscritti in Trentino, proprio mentre l’Alto Garda si prepara alla stagione turistica. Il che significa, anche, un maggiore carico per l’ospedale punto di riferimento della zona.
«Nell’Ospedale di Arco – fa sapere il segretario trentino del sindacato, Cesare Hoffer – l’area dedicata all’osservazione breve (Obi) è attivata in locali dedicati ed è collocata in posizione adiacente al pronto soccorso, la dotazione delle postazioni dedicate all’Obi sono individuate mediante il criterio di un posto letto ogni 5000 accessi al pronto soccorso, negli anni le prestazioni annue del pronto soccorso di Arco sono aumentate, attualmente sono circa 20.000. L’Obi del Pronto Soccorso di Arco dispone di 4 posti letto, che ai sensi della delibera giunta provinciale n° 7 del 07 luglio 2017 sono considerati di tipo sub-intensivo ed abbisognano pertanto di un elevato minutaggio assistenziale, con presenza costante del personale. Attualmente l’infermiere dedicato all’Obi è incaricato anche dei trasporti secondari in ambulanza programmati ed urgenti non solo per il PS ma bensì anche per i reparti dell’Ospedale di Arco».
Le conseguenze le pagano pazienti ma anche operatori. «Ciò comporta – prosegue Hoffer – l’esigenza di staccarsi dall’Obi e di affidare i pazienti presi in carico all’infermiere di ambulatorio del pronto soccorso di Arco, con conseguente disagio per il paziente e sovraccarico di prestazioni per l’infermiere che resta nella struttura, soprattutto nei periodi di massima affluenza turistica in cui l’Obi risulta essere con tutti i 4 posti letto occupati anche con pazienti soprattutto anziani, complessi e fragili. Nel pronto soccorso di Arco è attualmente previsto poi un solo operatore di supporto (OSS), che oltre ad avere mansioni di assistenza di base, deve garantire l’assistenza di base e il servizio alberghiero in Obi.
Per questo è necessario un immediato potenziamento della dotazione organica del servizio, finalizzato ad assegnare un infermiere nelle 24 esclusivamente dedicato ai pazienti dell’Obi, escludendolo dai trasporti secondari e prevedendo un OSS specificatamente dedicato all’Obi nelle ore diurne.
L’Alto Garda, visto il notevole afflusso turistico, merita un ospedale con dei servizi idonei a garantire un’assistenza di qualità, invece negli anni è stato costantemente depauperato di servizi e ridimensionato. Fare turismo non significa solo aprire nuove ciclabili ed aumentare l’afflusso degli ospiti, ma anche garantire ai propri turisti e cittadini servizi idonei ed efficienti come quelli dedicati alla salute, garantendo nel contempo agli operatori che lavorano in sanità un clima di lavoro sicuro e vivibile. Segnaliamo infine la situazione di difficoltà del punto prelievi ematici dell’ospedale di Arco, in questo momento il personale infermieristico è carente e nel frattempo la direzione dell’ospedale ha pensato bene di aumentare considerevolmente il numero di prelievi, invece di commisurare l’attività al personale realmente presente in servizio».
L’ospedale di Arco è uno dei nosocomi del Trentino che conta il maggior numero di aggressioni ai danni dei sanitari. «Purtroppo – la conclusione di Hoffer – c’è una correlazione tra il ridotto numero di posti e di personali nei momenti di alta attività e questi episodi. Anche per questo è necessario prendere in mano la situazione»
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