Il caso

giovedì 14 Dicembre, 2023

Arco, dopo 542 anni i frati francescani lasciano il convento

di

Gli ultimi sei rimarranno fino a settembre 2024, poi tre Padri della congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione

A volerli lì fu il conte Francesco d’Arco, che decise, nel 1478, di donare un fondo di sua proprietà a metà tra Riva e Arco, finanziando di tasca propria anche la costruzione del convento. Il conte Francesco non riuscì a vedere l’opera completata, ma ci pensarono i due figli ad assicurare che i frati francescani potessero insediarsi nel convento di Ceole e lì abitare stabilmente. Gli eredi di Francesco acquistarono l’ettaro di campagna circostante per fornire ai religiosi un sostentamento, grazie alla coltivazione degli orti. E così, nel 1481, 542 anni fa, inizia la storia del convento oggi Santuario della Madonna delle Grazie. Una storia che entro la fine dell’estate è destinata a chiudersi, per lasciare spazio ai nuovi religiosi che condurranno il Santuario, i Padri Concezionisti. I sei frati minori che oggi portano avanti il convento, seguono i tanti, assidui fedeli e celebrano le messe – la chiesa delle Grazie è molto frequentata di domenica, non solo da coloro che sporadicamente lì vi cercano una “grazia” – si trasferiranno in altre sedi.

Un pezzo di storia non solo locale
Il Santuario delle Grazie è ancora oggi un punto di riferimento per la fede nell’Alto Garda e non solo. Tanti sono gli affezionati a una chiesa che, per tradizione popolare, attraverso il culto di Maria può far ottenere l’esaudimento delle preghiere, le «grazie» appunto. La stanza degli ex voto a lato della navata è solitamente chiusa, ma testimonia la riconoscenza e l’attaccamento dei fedeli. Oggi il Santuario delle Grazie raccoglie centinaia di fedeli vicini alla spiritualità francescana dei frati minori, e nei suoi 542 anni di storia ha ospitato anche diversi momenti importanti per la comunità locale e non solo.
Nel 1481, nel refettorio appena costruito, vennero risolte una sera le aspre liti per i confini tra le comunità di Riva e quelle di Tenno, Pranzo e le Giudicarie. Ancora, nel giugno del 1508, proprio nel convento di Ceole fu firmata la tregua tra l’imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano e la Repubblica di Venezia, impegnati in una lunga guerra.
Più di recente, il convento è diventato un piccolo museo permanente che ospita i «tesori» d’arte portati ad Arco dai missionari di ritorno dall’estero. Solo qualche mese fa, l’idea era quella di istituire uno spazio espositivo dedicato all’arte cinese, di cui il convento è ricco. L’arte non è solo quella che viene da fuori: è soprattutto conservata nelle architetture e nei particolari della chiesa e del convento. Di grande valore sono le opere di fra’ Silvio Bottes, compianto frate artista, scultore molto apprezzato non solo a livello locale. Suo è il grande portone della chiesa, che ancora oggi si può ammirare.

Il mancato centro giovanile
Solo un paio di anni fa, il convento era stato al centro di un progetto per farlo diventare un centro dove coltivare la spiritualità e la fede nei giovani, in collaborazione con la Diocesi e la Caritas. L’idea era quella di dare continuità allo spirito e all’approccio francescano alla fede e alle opere, offrendo terreno fertile alla comunità dei giovani. Purtroppo non se ne fece nulla: il progetto è sfumato, e di giovani, nuove vocazioni e nuovi fratelli, non si è vista l’ombra. Il convento dei frati minori di Ceole, ad ogni modo, ha continuato ad andare avanti, accogliendo i fedeli e tenendo aperte le porte ai bisogni della comunità.

Il futuro: i Padri Concezionisti
Ora il futuro del convento è garantito almeno fino ad agosto: i sei religiosi continueranno ad abitarlo e ad animare la messa. Da settembre invece, ci sarà un cambio della guardia.
Lasciare, per i frati minori dell’Ordine di San Francesco, non sarà di certo facile. I religiosi non rilasciano commenti.
Arriveranno quasi certamente i Padri della congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, fondata da Padre Luigi Monti. Proprio dal «Padre Monti» arrivano questi tre religiosi che saranno destinati alla struttura delle Grazie.
Ma al momento non si sa molto altro su cosa ne sarà del grande complesso.
L’unica cosa certa è che da settembre una presenza che dura da 542 anni a Ceole, tra Riva del Garda e Arco, cesserà, vittima o saldo naturale dei tempi, portando con sé ricordi e storie legati a una comunità intera, quella dell’Alto Garda.