L'opera
venerdì 15 Novembre, 2024
di Gianluca Ricci
Non poteva essere altrimenti, considerati i tre milioni di euro spesi per il suo acquisto: sarà infatti «Sole d’autunno» il protagonista indiscusso della mostra che il Comune di Arco e il curatore Niccolò D’Agati hanno organizzato per celebrare l’ingresso del nuovo quadro di Giovanni Segantini nella Galleria Civica e che sarà inaugurata questa mattina alle 11.30. «Sole d’autunno. Il capolavoro ritrovato»: così si intitola la rassegna che chiuderà i battenti il 26 gennaio prossimo. Ieri un’anteprima riservata alla vicepresidente provinciale Francesca Gerosa e alla stampa, nel corso della quale l’assessore Guido Trebo, la responsabile dell’ufficio cultura Giancarla Tognoni e il curatore D’Agati, oltre alla giunta al gran completo, hanno guidato gli ospiti privilegiati alla scoperta del capolavoro che tante polemiche ha suscitato al momento del suo acquisto. Il quadro dipinto da Segantini nel 1887 è stato messo al centro di un percorso studiato appositamente per valorizzarne le peculiarità, quelle che ne fanno un punto di riferimento nell’evoluzione artistica del pittore arcense. Dopo 70 anni di oblio, «Sole d’autunno» è tornato fruibile al grande pubblico. E nel prossimo futuro lo sarà in un contesto ancora più nobile, visto che la vicepresidente Gerosa ha annunciato ufficialmente ieri che la giunta provinciale ha stanziato le risorse per avviare subito uno studio di fattibilità finalizzato alla trasformazione di Villa Angerer in museo da dedicare a Segantini e a Caproni, i due figli di Arco più illustri, in collaborazione con l’Università di Trento: «Di quest’opera si è parlato a lungo – ha dichiarato Gerosa alla cerimonia di inaugurazione della mostra – ma vederla dal vivo mi ha dato un’emozione fortissima. Al di là delle polemiche, ci sono aspetti più importanti da valorizzare. Faccio i miei complimenti all’amministrazione perché ha avuto davvero coraggio». Miele per le orecchie dell’assessore alla cultura Guido Trebo: «Oggi è un giorno speciale per Arco – ha replicato – perché la sua galleria, che da piccolo spazio espositivo in questi ultimi anni è diventato un centro culturale e scientifico di prim’ordine, si è arricchita di un vero capolavoro, grazie ad un uso oculato di una parte dell’avanzo di bilancio che abbiamo deciso di destinare alla bellezza presente e futura». Dopo aver ringraziato ad uno ad uno i protagonisti e i collaboratori di questa impresa, Trebo ha approfittato dell’occasione per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa: «Voglio ringraziare anche tutte le persone che si sono opposte all’acquisto di questo quadro – ha detto infatti – arrivando a diffondere persino fake news poi smentite dai fatti: costoro sono stati per noi la conferma che il progetto era valido. Esso lascerà per sempre un segno nella vita della comunità e porterà anche grandi benefici economici, visto che può essere considerato un investimento in chiave turistica. Davanti a questo capolavoro – ha detto chiudendo – possiamo sentire davvero l’orgoglio di essere arcensi».