cronaca
lunedì 8 Maggio, 2023
di Chiara Turrini
Persone di tutte le età, la comunità – nel vero senso della parola – ha reso omaggio questo pomeriggio a Julieth Onyedikachi Awurumibe, studentessa universitaria, mancata la scorsa settimana all’età di 22 anni dopo aver combattuto contro un tumore. Durante i funerali, celebrati dal parroco, don Francesco Scarin, nella chiesa Collegiata di Arco è stato dato l’ultimo saluto alla ragazza, che nel corso della sua pur breve esistenza ha saputo lasciare un segno forte tra chi l’ha conosciuta. Una scheggia di vitalità, era Julieth: le sorelle Annet e Chinaka con il fratello Roland l’hanno ricordata con un elenco di aggettivi. «Colta, entusiasta, curiosa, vivace, allegra, riservata, elegante, intelligente, gentile, appassionata, amante della conoscenza, determinata, sicura di sé, bella». «Il suo secondo nome significa “Non c’è nessuno come Dio” e questa frase ci dà grande forza – ha detto la sorella al termine della cerimonia – Da quando, nel maggio del 2021, le è stato diagnosticata la malattia, un tumore maligno molto aggressivo e raro che le ha dato solo il 17% di possibilità di guarire, Julieth ci ha insegnato il coraggio e la forza, senza mai perdersi d’animo né smettere di sorridere. Mi ha insegnato a vivere. In aprile mi aveva chiesto se avessi voluto raccontare la sua storia. Ma le ho risposto: non puoi raccontarla tu stessa, quando starai bene? Mi ha detto che sì, l’avrebbe raccontata, a patto che io fossi lì con lei. Non ha mai mollato, voleva studiare, laurearsi e ripagare la sua mamma, diceva “grazie” dopo ogni sorso d’acqua che le porgevamo, dopo ogni abbraccio e ogni pasto. Celebreremo il suo sorriso ogni giorno. Julieth non vorrebbe vederci tristi oggi, vorrebbe che noi fossimo forti». E così, consolati dall’amore per Julieth e dalla grande fede, la famiglia Awurumibe ha accompagnato la bara chiara coperta di fiori bianchi fuori dalla chiesa, per l’ultimo intenso saluto.
opere
di Redazione
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