Sfruttamento

domenica 9 Febbraio, 2025

Arco, sventato racket della prostituzione: sfruttavano quindici ragazze. Guadagni fino a 300mila euro al mese

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Il sodalizio gestiva 15 donne tra i 22 e i 31 anni per un giro d’affari di 300 mila euro al mese attraverso annunci online e servizi a domicilio

Reclutavano ragazze all’estero per farle prostituire in varie strutture ricettive locali, provinciali e anche fuori dal Trentino, muovendo un giro d’affari che poteva raggiungere i 300 mila euro al mese. L’organizzazione, che ieri mattina è stata sgominata dai carabinieri di Arco in collaborazione con il personale Nor e dei colleghi di Riva, era composta da nove soggetti di origine straniera. Su delega della Procura della Repubblica di Rovereto, diretta dalla procuratrice Orietta Canova, i militari hanno arrestato due soggetti, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Rovereto, e denunciato gli altri sette afferenti allo stesso gruppo tutti con l’accusa di sfruttamento della prostituzione. L’operazione si è conclusa dopo un anno di indagini che hanno portato a scoprire le attività illecite del gruppo. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri arcensi i nove, tutti di età compresa fra i 26 e i 38 anni, erano dediti già a partire da febbraio scorso ad una fiorente attività di sfruttamento della prostituzione. Le indagini hanno permesso di ricostruire come il gruppo avesse la propria base operativa in Alto Garda, zona ritenuta strategica perché consentiva con facilità lo spostamento delle ragazze non solo in provincia di Trento, ma anche in quelle di Brescia, nel veronese fino a lambire i territori padovani. Il gruppo, tramite una serie di contatti all’estero, riusciva ad adescare giovani ragazze straniere con il preciso intento di portarle in Italia per avviarle alla prostituzione. Inserite nel sistema prostitutivo le ragazze venivano fatte ruotare in diverse strutture ricettive. Almeno 10 quelle che sono state individuate quali sede ripetuta di prostituzione e che mostrano l’ampia rete territoriale sparsa tra Trento, Bergamo, Mantova, Padova, Verona e Brescia. Nei guai è finito anche un gestore di un residence trentino che è stato denunciato per favoreggiamento della prostituzione. Mentre sono stati denunciati i gestori di altre nove strutture per omessa comunicazione della presenza degli utilizzatori delle medesime, cosa obbligatoria per legge. Sempre stando alle indagini si è potuto scoprire che in un solo anno sono state adescate quindici ragazze tra i 22 e i 31 anni. Il gruppo operava giornalmente con la pubblicazione di annunci online offrendo, tra i servizi, quello dell’accompagnamento a domicilio nelle abitazioni dei clienti che ne facevano richiesta e ai quali veniva fatto pagare un supplemento. Un volume d’affari notevole che raggiungeva anche i 300 mila euro al mese ripartiti fra i nove membri del gruppo i quali utilizzavano i proventi dell’attività illecita per comperare appartamenti di pregio all’estero, auto di lusso e gioielleria. Alle ragazze venivano invece donati abiti griffati, gioielli, cene in ristoranti di lusso e ingressi in centri estetici. Gli arrestati sono stati trasferiti nei carceri di Trento e Padova.