welfare
giovedì 31 Agosto, 2023
di Francesco Terreri
Da domani, primo settembre, è necessario aggiornare l’Icef, l’Indicatore della situazione economica del proprio nucleo familiare, in base ai redditi e ai patrimoni 2022 per richiedere le agevolazioni sociali previste in Trentino. Caf e patronati sono pronti ad aiutare i cittadini. Tra i benefici, per chi ne ha diritto, le tariffe agevolate per la mensa scolastica e per l’asilo nido, mentre parte la verifica dei requisiti per la permanenza nell’alloggio Itea e per il calcolo del canone per il 2024. A giugno dell’anno prossimo, inoltre, l’Icef determinerà la conferma dell’assegno unico provinciale. Ma quest’anno c’è una sorpresa che potrebbe mettere in difficoltà e far perdere benefici a migliaia di famiglie: nell’Icef andrà indicato anche l’importo dell’assegno unico universale nazionale, la misura che dal 2022 ha sostituito i vecchi assegni familiari. Secondo la Provincia, l’inserimento dell’assegno nazionale per i figli inciderebbe solo per il 2% sull’indicatore della situazione economica. Anche in questo caso, nell’ipotesi di una distribuzione omogenea dei punteggi Icef, almeno 700 famiglie potrebbero perdere qualche aiuto sociale, ad esempio superare quota 0,30 e non avere più il sostegno provinciale per i figli. Se invece hanno ragione i sindacati, che calcolano l’impatto nel 9% dell’indicatore, i nuclei familiari a rischio di perdere benefici diventano molti di più, almeno 3.000.
L’assegno unico universale ha sostituito nel 2022 i vecchi assegni familiari. In Trentino nel primo semestre di quest’anno ne hanno beneficiato 55.700 famiglie con oltre 94mila figli, per un importo medio per figlio di 153 euro mensili, cioè più di 3.000 euro annui per una famiglia con due figli, e un valore totale annuo della misura di 173 milioni di euro. L’assegno unico provinciale, principale anche se non unica misura a cui si accede con Icef basso, coinvolge invece in tutto più di 38mila nuclei familiari, con un aiuto medio di 160 euro mensili e un impegno finanziario complessivo di 73 milioni.
Sull’inserimento dell’assegno universale nell’Icef, confermato da una delibera di giunta provinciale di venerdì scorso, Cgil, Cisl e Uil del Trentino vanno all’attacco. Secondo i sindacati, per le famiglie con figli la giunta provinciale non solo fa a meno dello Stato, ma addirittura usa l’Autonomia per risparmiare e fare cassa riducendo i sostegni del welfare familiare provinciale. Sulla questione, Provincia e sindacati si sono scambiate una fitta corrispondenza. Il presidente Maurizio Fugatti ha dichiarato un impatto pressoché nullo della decisione, mentre Cgil, Cisl e Uil hanno contestato le stime di Piazza Dante, rilanciando la richiesta di indicizzare l’Icef al costo della vita per neutralizzare gli effetti dell’inflazione sulle famiglie.
I segretari generali delle confederazioni Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) paventano un impatto quadruplo rispetto a quello stimato dagli uffici provinciali. Mentre lo Stato, con l’indicizzazione al costo della vita, ha allargato le maglie dell’Isee, l’indicatore nazionale, alzandole dell’8,1% e sterilizzando così in modo permanente gli effetti dell’inflazione del 2022, la Provincia impone una sorta di tassa automatica di quasi il 9%. «Infatti – spiegano i sindacalisti – in media una famiglia con due figli percepisce 3.300 euro l’anno di assegno unico statale, che vale un incremento di 0,025 punti Icef, che corrisponde ad un 9% del valore soglia di 0,30. In questo modo molte famiglie supereranno la soglia e saranno tagliate fuori dal beneficio, mentre tutte le altre subiranno una decurtazione dell’assegno provinciale perché verranno considerate più ricche».
Grosselli, Bezzi e Alotti lanciano un appello a Fugatti. «Se davvero ritiene che l’impatto della sua decisione sia irrisorio per le famiglie e quindi per le casse di Piazza Dante, sospenda il computo dell’assegno unico universale per quest’anno. Dati alla mano si potrà valutare chi ha ragione senza drammi per nessuno. In primis per le famiglie trentine».
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