il report
venerdì 22 Novembre, 2024
di Gabriele Stanga
Più di 246mila occupati, 8mila disoccupati,76mila nuove assunzioni, disoccupazione che scende dal 4 al 3,2%. I dati sull’occupazione in Trentino sono i migliori degli ultimi sei anni. Sono i numeri del rapporto sull’occupazione in provincia di Trento per il primo semestre del 2024 dall’Agenzia del Lavoro provinciale, presentati ieri insieme a un accordo sottoscritto fra l’ente e il Cnel, il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro: «Il mercato del lavoro mostra segnali incoraggianti per il nostro territorio – commenta la direttrice dell’ufficio dati dell’Agenzia del lavoro Isabella Speziali – Gli occupati nei primi sei mesi di quest’anno sono 246.300, il livello più alto mai raggiunto negli ultimi sei anni, e i disoccupati 8.100. Rispetto al primo semestre 2023 registriamo quindi un aumento dell’occupazione dell’1.3%, che ha interessato soprattutto i settori agricolo e delle costruzioni con aumenti del 13,5% e del 25,6%. Allo stesso tempo assistiamo a un calo della disoccupazione del 18.9%, arrivando così ad avere una percentuale di persone in cerca di lavoro pari al 3.2%, ben al di sotto delle medie nazionali. Cala anche il ricorso alla cassa integrazione, con un numero di ore inferiore del 38.6% rispetto al 2023. Si contano inoltre circa 1400 persone in più presenti sul mercato e quindi un aumento della partecipazione dello 0.5%. Gli incrementi di occupazione riguardano quasi esclusivamente i lavoratori autonomi, mentre quelli dipendenti sono aumentati di sole 100 unità, prevalentemente nel settore dei pubblici esercizi». Un giudizio positivo, quindi, anche se non mancano criticità ed elementi da affrontare: «Nonostante il dislivello si sia leggermente eroso, la differenza nei tassi di occupazione maschili e femminili rimane un tema importante – prosegue Speziali – Se prendiamo in esame la componente femminile della forza lavoro, ad esempio, degli 8100 disoccupati a cui accennavo 3900, quasi la metà, sono donne. Da questo punto di vista siamo indietro rispetto all’Alto Adige e altre regioni europee, e dobbiamo quindi chiederci se esistano gli spazi per mettersi al passo con i numeri che queste registrano». Altro temi delicati sono quelli dell’età media della forza lavoro trentina e delle tipologie di contratto: «Oggi il 22.9% dell’occupazione trentina è composto da persone con 55 anni o più – spiega la direttrice – È un elemento di novità che sta emergendo in questi ultimi anni e va assolutamente gestito e affrontato, Inoltre va sottolineato come, sebbene oltre l’80% dell’occupazione dipendente sia composto da lavoratori a tempo pieno, il numero di occupati a termine stia aumentando maggiormente rispetto a quello stabile. E anche in questo caso assistiamo a una significativa differenza di genere, visto che se prendiamo la componente femminile la percentuale di contratti temporanei sale al 22%; attorno a questo tipo di numeri ruota tutto un discorso relativo alle pensioni, alle possibilità di fare carriera, al reddito personale». Il terzo elemento su cui riflettere, infine, è il possibile rallentamento che questi numeri potrebbero accusare nei prossimi anni: «Anche se rimane elevata, la domanda da parte delle imprese è in calo, e con questa quindi il numero di assunzioni – osserva Speziali – Rispetto alle oltre 77mila assunzioni del primo semestre 2023, quest’anno siamo scesi dell’ 1.9%, a 76.078, e un terzo di queste sono state di lavoratori stranieri». Ci sono quindi dei segnali da tenere in conto, e su questi si focalizza l’accordo interistituzionale sottoscritto ieri dall’Agenzia del lavoro provinciale e il Cnel: «Parliamo di dati incoraggianti che però non vanno calati in un contesto delicato come quello che stiamo attraversando – commenta l’assessore Achille Spinelli – L’accordo siglato oggi è strategico per affinare le nostre politiche e azioni da intraprendere per sostenere il mercato del lavoro. Serve inoltre investire maggiormente in tecnologie, ricerca e internazionalizzazione». Presente, in sala, anche il presidente del Cnel nonché ex ministro ed eurodeputato Renato Brunetta, per commentare i dati e l’accordo siglato: «Viene quasi invidia per i numeri che abbiamo appena ascoltato e che il Trentino può vantare con orgoglio – dichiara – l’Italia diventerà una colonia turistica. L’Agenzia del Lavoro trentina è la più autorevole del nostro Paese e un vero riferimento per tutte le altre realtà del settore. Da parte mia l’unico appello che posso rivolgere all’ente e al territorio è di continuare così, sul percorso intrapreso negli ultimi anni. Giusto evidenziare le problematicità, che però vanno contestualizzate anche in quello che è il quadro nazionale ed europeo. La cosa fondamentale è capire come il mondo del lavoro sta cambiando in questi anni: ad esempio, il turismo è un settore che come sappiamo qui va benissimo, ma bisogna evitare che finisca per penalizzare altre attività e trasformare il Trentino in un “parco giochi”. Bisogna continuare a qualificare l’offerta e tutto ciò che ruota attorno ad essa, reinvestire questi elementi positivi nella valorizzazione del territorio».