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mercoledì 30 Agosto, 2023
di Redazione
Un verme parassita lungo 8 cm e ancora vivo nel cervello di una donna. È l’incredibile scoperta fatta durante un controllo medico dalla dottoressa Hari Priya Bandi, neurochirurgo dell’ospedale di Canberra, in Australia. Il caso è stato documentato nell’edizione di settembre della rivista Emerging Infectious Diseases. La paziente, di 64 anni e dello stato del Nuovo Galles del Sud, era stata ricoverata per la prima volta in un ospedale locale alla fine di gennaio 2021, dopo aver sofferto per tre settimane di dolori addominali e diarrea, seguiti da tosse secca costante, febbre e sudorazione notturna. Nel 2022, ai sintomi si erano aggiunte anche perdita della memoria e depressione, spingendo al ricovero all’ospedale di Canberra. Una risonanza magnetica al cervello aveva quindi rivelato anomalie che richiedevano un intervento chirurgico. «Il neurochirurgo certamente non pensava di trovare un verme che si dimenava», ha detto Sanjaya Senanayake, medico di malattie infettive della struttura. «I neurochirurghi hanno regolarmente a che fare con infezioni del cervello, ma questa è stata una scoperta unica nel suo genere» ha proseguito. Il verme, che era ancora vivo, è stato inviato a un laboratorio del centro governativo di ricerca Csiro, che ha identificato il parassita come un Ophidascaris robertsi, un nematode che si trova solitamente nei pitoni. La donna vive nei pressi di una zona lacustre abitata da questi animali, e nonostante non avesse avuto nessun contatto diretto con i serpenti, spesso ha raccolto erbe e verdure dalle rive del lago per usarle in cucina. I medici e gli scienziati coinvolti nel suo caso ipotizzano che un pitone possa aver diffuso il parassita attraverso le sue feci nell’erba. Ritengono che la paziente sia stata probabilmente infettata dal parassita direttamente toccando l’erba nativa o dopo aver mangiato le verdure. Quello di Canberra è il primo caso al mondo di ritrovamento del verme negli esseri umani. Secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, tre quarti delle malattie infettive nuove o emergenti nelle persone provengono dagli animali. «Il primo caso al mondo ha evidenziato il pericolo di malattie e infezioni trasmesse dagli animali all’uomo, soprattutto quando questi iniziano a vivere più a stretto contatto e gli habitat si sovrappongono maggiormente», ha detto ancora Senanayake. «Negli ultimi 30 anni ci sono state circa trenta nuove infezioni nel mondo – ha continuato -. Delle infezioni emergenti a livello globale, circa il 75% è di tipo zoonotico, ovvero si è verificata una trasmissione dal mondo animale a quello umano, inclusi i coronavirus. Questa infezione da Ophidascaris non si trasmette tra le persone».
La conferenza internazionale
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L'intesa è stata siglata alla conferenza di Baku (Azerbaigian). Le risorse serviranno a limitare o ridurre le emissioni di gas a effetto serra