il racconto

sabato 29 Marzo, 2025

Auto in contromano, un tir la blocca mettendosi di traverso. La camionista: «Ho agito d’istinto»

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Sara De Bastiani, ieri, ha bloccato la statale 47 della Valsugana con il suo mezzo: «Così ho evitato un disastro stradale»

«Fortuna che ogni tanto non ragiono ma agisco d’istinto…». Per diventare camionisti, occorre passare per ore e ore di formazione: sono i corsi «Cqc», quelli della carta di qualificazione del conducente. Si parla di regole della strada, di trasporti merci, persino di fondamentali di fisica, applicati ai bestioni sopra le tre tonnellate e mezzo di peso.
Ma c’è qualcosa che non si può insegnare: è la reazione all’imprevisto, a quello che non avresti mai pensato di poterti trovare davanti e, invece, eccolo lì.
A Sara De Bastiani è successo mercoledì poco dopo mezzogiorno, su una strada che conosce come le sue tasche, quella della Valsugana. Stava rientrando verso Feltre dopo aver scaricato all’Eurolegnami di Novaledo per conto della ditta per cui lavora, la Waldprofi, realtà di Anterselva (Bolzano) che opera nei servizi forestali.
A Marter
Aveva appena ripreso la strada della via di casa quando, all’altezza del famigerato svincolo di Marter, uno dei punti con il maggior tasso d’incidenti della strada si è trovata una Fiat 500 provenire dalla direzione opposta. In quel tratto, la Valsugana è a doppia corsia, con sensi di marcia separata: la situazione era pericolosissima. De Bastiani non ci ha pensato un attimo: con prudenza, ma con convinzione, ha messo il suo camion di traverso, in modo da bloccare temporaneamente il traffico. «È stato un attimo — racconta, raggiunta al telefono dal T — credo che gli automobilisti che avevo dietro di me non se ne siano nemmeno accorti. Hanno visto il mio mezzo con le quattro frecce e hanno pensato: “Ci sarà un incidente”, ma poi, una volta che l’auto è riuscita a girarsi, mi sono rimessa in carreggiata». Certo, quando ha visto quell’auto, guidata da un’anziana, un po’ di timore che potesse succedere la proverbiale tragedia c’è stato. «La conducente sembrava sorpresa dal mio comportamento — prosegue De Bastiani — non si era resa conto della situazione. Poi mi ha ringraziato. Personalmente non mi trovavo in pericolo, e non solo perché ho il camion, ma anche perché sarei riuscita a pensare… ma poi ho pensato che avrei potuto assistere a un incidente dallo specchietto retrovisore… Non me lo sarei mai perdonato».
«Ne vedo di ogni»
La notizia ha fatto rapidamente il giro del web. O, meglio, di quella piccola ma consistente «bolla» fatta di automobilisti trentini che si tengono informati via social perché non sempre, sulla Valsugana, programmi come Google Maps o Waze sono sufficienti. Le foto scattate da Sara sono state ricondivise dalla pagina SoS SS47 che quotidianamente aggiorna su incidenti lungo l’arteria che da Trento porta a Padova, con una meritoria operazione di sensibilizzazione. «Un comportamento esemplare — lo hanno definito gli amministratori Elisa Parisini e Michele Cologna — che ha evitato un potenziale disastro». «La statale della Valsugana per me, che sono di Fonzaso, nel Bellunese, e che quasi ogni giorno passo per il Trentino, è quasi una seconda casa — racconta De Bastiani — certo, è una strada dove se ne vedono di “ogni”, anche se è la prima volta che mi succede di incrociare un’auto contromano… e spero che rimanga tale». Ma i comportamenti sbagliati non mancano… anzi. «Un comportamento da evitare, che purtroppo vedo spesso è quello di cambiare corsia all’improvviso, senza avvisare. A volte mi tagliano la strada e devo inchiodare: con un rimorchio importante non è facile. Per questo mi viene da dire che certi corsi servirebbero di più agli automobilisti Poi, certo, ci sono gli incidenti che bloccano la strada. Quello della settimana scorsa (un sinistro a Pergine ha bloccato la strada per quattro ore, ndr) l’ho evitato per un soffio facendo la Valsorda.
Da un anno sul camion
Sara De Bastiani, 36 anni, è relativamente «nuova» al mondo dell’autotrasporto ma la sua è una vocazione autentica: «Mio marito fa questo lavoro da vent’anni. Ma anche mio padre ha sempre lavorato con gli escavatori, sono cresciuta con questa passione: i motori». Declinata in diversi modi. «Sono anche pilota di rally, guido una Subaru. E sono contentissima di aver iniziato questo lavoro, che faccio con passione e che, soprattutto, mi permette di stare ogni giorno accanto ai miei figli, grazie anche alla flessibilità oraria che è garantita dal mio datore di lavoro».