Il caso
mercoledì 14 Giugno, 2023
di Francesco Terreri
La linea A del servizio urbano di Trento di Trentino Trasporti prevedeva 4 autobus in servizio, uno ogni quarto d’ora. Sono stati tolti due mezzi e ora le corse ci sono una volta ogni mezz’ora. Da lunedì è entrato in vigore l’orario estivo, ma questa volta vede una riduzione dei trasporti del 16%, 210mila chilometri in meno (Il T di sabato 10 giugno). Alle fermate le persone si lamentano: non sanno dei nuovi orari, attendono la partenza dell’autobus alle 10.55, vedono che è lì ma non parte, vanno a chiedere all’autista che spiega loro che si parte alle 11.15. Ci sono utenti che devono andare al lavoro la mattina e cominciano ad avere tempi romani: un’ora di viaggio in città. Nei giorni festivi, poi, le corse si diradano ancora di più. La scelta di tagliare sulle corse è della società pubblica Trentino Trasporti. Motivo: far fare le ferie arretrate ai lavoratori. Motivo vero: manca personale. Sui 1.300 addetti di Trentino Trasporti, il servizio urbano di Trento conta 260 autisti e alimenta anche il personale delle sedi periferiche, cioè dell’interurbano, mano a mano che gli addetti tornano a lavorare vicino a casa. Ma il meccanismo si è inceppato: per garantire il servizio servono almeno altri 30 autisti.
Il Comune di Trento, socio di Trentino Trasporti con il 14,23% del capitale insieme alla Provincia (80,04%) e a tanti altri Comuni e Comunità di valle, ha già espresso il proprio dissenso sulla decisione della società. I sindacati confederali invece si schierano con l’azienda: «Non c’è nessun taglio delle corse urbane, ma una razionalizzazione dell’orario estivo, con un ampliamento delle cadenze tra una corsa e l’altra, allo scopo di trovare un equilibrio tra le esigenze degli utenti e il diritto al riposo per i lavoratori» dicono i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa, Franco Pinna, Massimo Mazzurana, Nicola Petrolli e Paolo Saltori.
Non la pensa così Orsa Tpl, che nelle recenti elezioni della Rsu, Rappresentanza sindacale unitaria, dove hanno votato ben 927 lavoratori, il 73% degli aventi diritto, ha ottenuto il 25% dei voti diventando il secondo sindacato aziendale dopo la Uil con 10 seggi contro 12. «I lavoratori sono esausti – afferma il segretario di Orsa Roberto Pedrotti – Si saltano i riposi, le ferie per andare a fare una visita medica non vengono concesse, ci sono persone con 70 giorni di ferie arretrate. Non è vero che non si trovano autisti, come dice l’azienda. Le selezioni recenti hanno visto meno candidati, una volta si presentavano in più di 100, ora siamo a 30-50, ma comunque ci sono candidati. Poi però, venendo a sapere le condizioni di lavoro di chi c’è, molti rinunciano. Trentino Trasporti è stata sguarnita di direzione per due anni e questo ha pesato».
La società guidata dal presidente Diego Salvatore ha nominato il nuovo direttore generale Roberto Murru un anno fa, dopo due anni travagliati che avevano visto anche il breve incarico a Elena Colombo, non confermata dalla stessa azienda. «Ma il nuovo direttore non ha ancora tutte le deleghe – sostiene Pedrotti – Trentino Trasporti è un’azienda sana, ma oggi è finita su un binario morto per inerzia». L’anno scorso, come si spiega nel bilancio 2022, l’azienda ha assunto 71 persone a tempo indeterminato, quasi tutte però per la copertura del turn-over di personale, pensionamenti e uscite volontarie, come quelle previste in questi giorni. Trentino Trasporti parla di «crescenti difficoltà di reperimento del personale» e ha avviato il progetto «Accademia autista» per la selezione di aspiranti conducenti non provvisti delle patenti necessarie per condurre i bus. «Ma le patenti si fanno anche nelle autoscuole – dice Pedrotti – Il problema sono le condizioni e i carichi di lavoro. La settimana scorsa un autista si è sentito male, per fortuna era al capolinea. Assunzioni se ne fanno, ma sono più gli autisti che vanno via». Se non si assume personale in più, ricorda Pedrotti, c’è il rischio che le carenze del servizio urbano si trasferiscano nel servizio extraurbano, dove lavorano più di 400 persone.
Su questo non è diversa la linea degli altri sindacati, che pure hanno concordato con l’azienda la razionalizzazione dell’orario. «I problemi legati alla carenza di personale rischiano di esplodere con la ripartenza del servizio invernale e le corse scolastiche. Bisogna intervenire sul personale, frenando la fuga di quanti decidono volontariamente di lasciare Trentino Trasporti perché fuori ci sono condizioni di lavoro migliori in termini economici e di conciliazione vita/lavoro, e allo stesso tempo creare le condizioni per rendere più attrattivo questo mestiere».